Castelvolturno, vienici a sopravvivere

C’è la Campania di Spaccanapoli, della Costiera, di Capri e di Ischia, dei Giardini della reggia di Caserta e quella cartolina del Vesuvio col pino e il golfo che fa tanto Italia.

Azzerate. Sto per parlarvi di altre cartoline. Mi ci sono imbattuto sfogliando pagine che raccontano di Castel Volturno. Castel Volturno dei negri che chi se ne frega ma fan comodo per raccogliere pomodori. Delle bufale che muoiono nei campi dopo chissà quali stenti e le carcasse stanno lì a marcire. Delle strade che le vedi in foto e in un primo momento pensi “che schifo certi paesi del terzo mondo” salvo poi scoprire che il terzo mondo ce l’hai in casa.
Un gruppo di giovani ha deciso sfrontatamente, e ce ne fossero di questi sfrontati, di raccontare il degrado partendo dagli scorci che un tempo erano quelli della vita ruggente sulla Costa Domiziana. Tra covi di tossici e blitz della procura ne è uscita una serie di cartoline la cui serie è titolata Vieni a sopravvivere da noi. La didascalia sceglietela voi. La mia non sarebbe pubblicabile.
Questo articolo è pubblicato anche sull’Huffington Post.