Germania. Fiori solari e magici cartoni

Il padiglione tedesco a Expo, è uno dei più facilmente riconoscibili per l’originale combinazione tra legno e vele bianche che rimandano più ad ambienti marini che alla cornice montuosa che circonda Milano nelle giornate terse.

Sorge sul ramo corto del viale principale, il cardo, e si apre al visitatore con la rampa slanciata che sale al giardino pensile: un po’ belvedere e po’ area picnic, le panche ombreggiate dai grandi fiori solari sono un ottimo punto per ammirare l’Esposizione universale. I pannelli fotovoltaici integrati nella copertura saranno probabilmente tra i dettagli di energia rinnovabile che più si ricorderanno di Expo. L’idea è da premiare: di giorno catturano la luce portandola nell’area sottostante e immagazzinandola, la sera la rilasciano con un effetto da Alice nell’Expo delle meraviglie.

Il piano inferiore è quello dedicato alla interattività. Dopo l’attesa, il pubblico è ammesso nel percorso delle sale didattiche. Ricevuto all’ingresso un cartoncino – il seedboard – nelle varie postazioni basta puntarlo sotto i rilevatori per visualizzare i contenuti relativi ai temi dell’esposizione universale. L’effetto, credetemi, è davvero magico perché non ti aspetti che un semplice pezzo di carta di animi in quel modo.

Nelle varie stazioni didattiche, il visitatore interagisce con le criticità del futuro: acqua, terra, biodiversità e clima, fino ad arrivare al supermercato planetario dove i carrelli si muovono tra gli scaffali e inducono la riflessione sulla spesa e sul consumo degli alimenti.

Lo stesso seedboard, diventa uno strumento musicale sotto la guida del beatboxer che anima lo spettacolo sotto i due grandi occhi d’ape che volteggiano nel piccolo teatro a fine percorso.

Proprio questo, se è l’elemento più vitale dell’esperienza, rischia di essere un collo di bottiglia che rallenta la visita nei momenti di maggior traffico. È il prezzo da pagare per uno dei padiglioni più interessanti di questa Expo della vita e dell’energia.