Guerre Stellari 7, i luoghi della forza dell’universo di Star Wars, senza lasciare la Terra

Ci risiamo, è di nuovo Guerre stellari, Star Wars. Ero al cinema nel 1977 e potrei ancora dirvi dove ero seduto – terz’ultima fila del cinema più grande della mia piccola città – e con chi – mio nonno e mio fratello. Dettagli, ma che mi ricorderanno quanto fosse strepitosa la storia di quel primo episodio quando nei prossimi giorni andrò a godermi Il risveglio della Forza. Non avendolo visto – questione di ore – ed essendo pieni il web e la carovana mediatica di tutte le informazioni, vi risparmio la cascata di dettagli coi quali ci stanno bombardando. Vorrei solo uscire a cena con Harrison Ford, ma nessuno ha pubblicato i suoi recapiti e questa è un’altra storia.

Piuttosto vorrei raccontarvi i luoghi meravigliosi che hanno visto risvegliare la forza facendo da location al nuovo film. Sparpagliati nell’universo nella fantasia del racconto, sono ben saldi sulla terra nella realtà.

Schermata 2015-12-18 alle 07.10.32

Il Regno Unito e l’Irlanda la fanno da padrone. La foresta di Deam è un luogo talmente incontaminato da essere stata scelta in passato per fare da cornice alle storie di Mago Merlino e Doctor Who. Dalle foto in rete, l’area di Puzzlewood sembra davvero un quadro primordiale. Il Lake District si presta alle scene di natura in campo aperto. L’alternanza di terra e acqua l’ha reso adatto a diventare un campo di battaglia. La base missilistica di Greenham – dismessa dal 1993 – era già finita sui media quando un pilota amatoriale ci ha visto parcheggiati il Millenium Falcon di Han Solo durante le riprese. I vecchi hangar e i boschi che li circondano ben si prestano a un’idea di base sperduta. La palma di luogo isolato, in tutti i sensi, spetta però allo scoglio di Skellig Michael, Patrimonio Unesco sulla costa ovest Irlandese. Sulla sua vetta c’è perfino un monastero e il luogo è talmente impervio da essere impregnato di leggende, arroccate lì da chissà quanto.

Schermata 2015-12-18 alle 07.11.19

Poi ci sono i deserti, ben due. Quello gelido è tra le nevi dell’Islanda, ma gli esperti sostengono sia stato parecchio ritoccato. Il ghiacciaio di Mývatn e il cratere di Krafla sono luoghi che comunque non hanno bisogno di effetti. L’energia della terra, lì, si respira. Zero effetti anche ad Abu Dhabi. Rub’ al Khali è in una delle aree desertiche più ampie al mondo e la location non ha davvero richiesto sovrastrutture. Peraltro è anche uno dei pochi deserti sul pianeta ad ospitare posti da fiaba con livelli di comfort a cinque stelle. Forse fin troppo, ma le fiabe vogliono i loro posti da principe. Per la cronaca, in passato anche l’Italia fu coinvolta in alcune scene della saga. Ne L’Attacco dei cloni – secondo episodio, il quinto al cinema – la Reggia di Caserta era il palazzo reale di Naboo mentre la villa del Balbianello sul Lago di Como era il luogo dove Anakin and Padmé si sposano.

Del resto, sulla pace della Natura:

Il miglior rimedio per chi ha paura, è solo o infelice, è uscire, andare dove si può stare in pace, soli con il cielo, la natura e Dio. Solo allora ci si rende conto che tutto è come dovrebbe essere.

Anna Frank

Schermata 2015-12-18 alle 07.10.57

Se è vero che per trovare l’energia basta immergersi nell’incontaminato, forse gironzolando in questi luoghi, riusciremo ad aggiungere suggestioni stellari. Ma questo ce lo racconteremo dopo il film. Che la forza sia con noi, ci sarà utile per superare le file al botteghino.

Questo articolo è pubblicato anche sull’Huffington Post.

Aggiornamento: visto il film, è praticamente il primo, solo in versione XXXL, con tutti più grassi, compresa la morte nera.

Discovery e la prossima estinzione

Sulla Terra l’estinzione di massa è un evento raro ma ricorrente e Discovery sta per raccontarlo con un evento in contemporanea mondiale.

Tutti conosciamo quella dei dinosauri di 65 milioni di anni fa, ma crediamo che ci riguardi poco visto che i primi ominidi hanno iniziato a calcare il suolo solo 4,5 milioni di anni fa. Tanto per dare una misura tangibile in termini di generazioni, se consideriamo una generazione umana ogni 30 anni, i dinosauri si sono estinti  due milioni di generazioni umane or sono. Ma una estinzione peggiore è quella di 250 milioni di anni fa, per la quale fu spazzata via dalla Terra la maggior parte delle forme di vita. Visitando il Museo di Storia Naturale di Londra, una linea retta sulla tavola del tempo racconta che nei 4,5 miliardi di anni del nostro pianeta, gli eventi catastrofici non solo non sono mancati, ma anche hanno contribuito ai processi evolutivi.
Schermata 2015-12-02 alle 16.39.22

 

 

 

 

Più del 90% di tutti gli organismi mai vissuti sulla Terra si sono estinti. Così come le nuove specie si evolvono per adeguarsi alle nicchie ecologiche in continuo mutamento, le vecchie specie spariscono. Ma il tasso di estinzione è ben lontano dall’essere costante. In più di un’occasione, negli ultimi 500 milioni di anni, un’importante percentuale delle specie che popolavano la terra (tra il 50 e il 90 per cento) è scomparsa in un lasso di tempo molto breve dal punto di vista geologico.
Nonostante la loro portata catastrofica, le grandi estinzioni sgombrano la strada alla comparsa di nuove forme di vita. I dinosauri apparvero in seguito a una delle più gravi estinzioni di massa mai verificatasi sulla Terra, quella avvenuta circa 250 milioni di anni fa, al passaggio dal Permiano al Triassico.

I passaggi sono tratti dal numero speciale di National Geographic dedicato alle grandi estinzioni. Dov’è il problema in tutto questo? Semplice: quello che fino ad oggi si è manifestato in tempi da ere geologiche, ora si cronometra in decenni. Tornando alla nostra grezza unità di misura delle generazioni, prima serviva un intervallo di centinaia di migliaia di generazioni per portare alla catastrofe, ora siamo a tre. Merito umano. Per il 2100, si prevede che le attività in cui siamo davvero bravini – inquinamento, disboscamento, esaurimento delle risorse – avranno eliminato oltre la metà delle specie animali, marine e terrestri.

Schermata 2015-12-02 alle 16.40.36

Del tema delle estinzioni se ne occuperà con un evento straordinario Discovery Channel. Il documentario Racing extinction, del premio Oscar Louie Psihoyos, sarà divulgato in simultanea mondiale, il 2 dicembre, in 220 paesi alle 9 pm GMT (le 22 di Roma). I primi 4 minuti in chiaro sul sito sono una anticipazione cruda di quanto l’uomo sta facendo per accelerare. Uccelli ormai solo sotto vetro, grandi mammiferi africani imbalsamati, fino a seguire la polizia federale nel ristorante americano che serve carne di balena contravvenendo le direttive per la tutela delle specie a rischio. Tutto questo in concomitanza col summit di Parigi.

Ce la faremo stavolta a metterci d’accordo? L’opzione insuccesso sarà come firmare la prossima estinzione e non sono sicuro che, ecologisti o no, la vogliamo davvero.

Questo articolo è pubblicato anche sull’Huffington Post.