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Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II: i papi che cambiarono la storia


Produzione: Libreria Vaticana, Polivideo 2013-2014
Regia: Valerio Scheggia
Autore: Stefano Paolo Giussani
Durata: 2 x 50′
Location: Città del Vaticano, Bergamo

In occasione della canonizzazione di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, due documentari diffusi dalla Radiotelevisione Svizzera e disponibili su DVD, raccontano il lato inedito di due pontefici che hanno segnato la storia. Filmati originali e documenti fino ad oggi sconosciuti si alternano con la testimonianza del Cardinale Capovilla e gli interventi del Cardinale Kasper e di Don Ezio Bolis, direttore della Fondazione Papa Giovanni XXIII di Bergamo. I due DVD, raccolti nel cofanetto “I Papi che cambiarono la storia”, “Giovanni XXIII – Il Papa fuori programma” e “Giovanni Paolo II – Il Papa rock che sgretolò la cortina di ferro” hanno attinto agli archivi della Città del Vaticano e della Fondazione Papa Giovanni XXIII. La colonna sonora è arricchita dalla splendida voce di Mina, con le arie sacre “Magnificat” e “Omni die”.

Da domani basta! In Europa stop ai test per i cosmetici

Da domani si smette di fare test sugli animali. Vale (purtroppo) solo per i cosmetici e per l’Europa ma intanto è un primo segnale. Speriamo che sia seguito anche negli altri continenti e che da noi sia anche un primo passo verso una più stretta limitazione anche per la farmacologia.

La domanda successiva sarà alle case di bellezza: andrete a fare i test in Cina?

Musei di carta (riciclata), portati a casa un’opera d’arte

Sapete quanti musei abbiamo in Italia? Ve lo dico io, più o meno 4700. Sommaci tutto quello che è a cielo aperto, ottieni un patrimonio che  richiede un impegno sovrumano per essere preservato e valorizzato come meriterebbe. Una piccola ma encomiabile iniziativa è quella di Musei di Carta. In un momento di difficoltà economiche per il Bel Paese e per il suo patrimonio artistico, Aliantedizioni ha promosso una ricerca ed una mostra dedicate ai musei italiani.

In collaborazione col mondo del Design, sono state individuate alcune proposte di oggetti da vendere nei bookshop dei musei, idee che fossero un piccolo omaggio all’arte italiana, alla sua storia e ai suoi preziosi “scrigni”.
Alcuni interessanti designer italiani sono stati invitati a riflettere su cosa possa essere venduto nei museum-store italiani e a fornire una propria proposta innovativa. Ogni progettista è stato associato ad uno dei più importanti musei nazionali in modo che ogni progetto proposto risultasse immediatamente aderente al tema.
La lista dei musei è stata compilata secondo una logica che ha tenuto conto contemporaneamente di alcuni fattori significativi: il prestigio delle collezioni,
una adeguata rappresentanza delle varie epoche artistiche, il numero di visitatori
per anno ed una quanto più possibile equa distribuzione sul territorio nazionale.
Ai progettisti è stato richiesto di presentare un oggetto-campione, nella forma
di un prototipo in scala reale, che rispondesse a pochi requisiti fondamentali:
– essere pensato e realizzato in carta o cartone riciclati e contemplare il risparmio
di risorse energetiche nella fase di una eventuale produzione in serie;
– svolgere una funzione pratica, magari minima ma reale;
– dimostrare una qualche relazione seppur lontana, velata o ironica al museo associato o a specifiche opere in esso contenute;
– occupare un volume limitato e avere un peso contenuto in modo da risultare
facilmente trasportabile da turisti e visitatori del museo.

Il sito rappresenta la sintesi della ricerca ma vuol essere anche un contributo
alla conoscenza dei musei italiani e uno stimolo alla loro visita.

Weekend dove… c’é un vecchio asilo

Esercizi pratici di ecococcole.

Non so se è serio per un blog, ma lo era per il momento trascorso in Monferrato. Lei è la compagna del pittore Pier Bosco. La potete incontrare e ricevere (quasi) la stessa dose di coccole se andate a visitare l’atelier di Pier.
Suggerisco anche di fermarsi in zona, magari dormendo in un vecchio asilo che prima era un convento. Il posto è stato ristrutturato  splendidamente con le finestre affacciate sul chiostro. Chiedete di Maria e dite che vi mando io. Lei è una collezionista d’arte e il luogo si presta ad ospitare dei pezzi interessanti, in questo momento uova raffinatissime dalla corte degli Zar e una personale di Pier Bosco. L’uomo è una specie di ligabue monferrino, in tutta la sua vita si è fatto circo 800 autoritratti, i più rappresentativi sono ora esposti nell’aula della Locanda dell’arte. Non sottovalutate il personaggio, dico davvero. Alcuni degli sguardi dipinti hanno un potere ipnotico, capace di inchiodarti. Poi fatevi consigliare per il tour dei castelli della zona e il Sacro Monte di Crea. Il ristorante del santuario è una buona vetrina della cucina monferrina. Verso sera, quando le ombre si allungano tra le colline, salite alla cantina di Fabrizio Iuli e scoprite cosa succede quando un giovane si innamora delle proprie vigne recependo gli insegnamenti del nonno e mettendoci del suo.
Buona passeggiata 😉

La collezione di uova russe
La stanza all’ultimo piano della Locanda dell’Arte
Veduta sui tetti di Solonghello

Confidenze al Sacro Monte di Crea (Patrimonio Unesco)

Il gran fritto misto del ristorante del Sacro Monte
La cappella del Paradiso
Ritratto
Pier Bosco: pittore, poeta, narratore del Monferrato

Il trono del papa si ricicla

Non è uno scherzo! Sulla  scia di bici, canoe, giocattoli e chi ne ha più ne metta, ho scoperto che perfino il trono del papa può essere in cartone. Leggero sì ma per niente fragile.

Tutto è successo a Malta dove, nella logica della sostenibilità, un’udienza pontificia si è svolta con solo pezzi di cartone riciclato. Tutti i pezzi, perfino il trono papale, erano infatti composti ripiegando fogli di imballo realizzati da una ditta specializzata italiana.
Mai cartone fu tanto santificato. E mai trono papale fu alla portata di tutti.

Siediti e godi, sei al Banff.

Il prossimo 6 marzo un nome canadese ricorrerà tra le vie di Milano e, a seguire, tra quelle italiane. Banff è una piccola città dello stato dell’Alberta lungo la Trans Canadian Highway, incorniciata dal Parco delle montagne rocciose. Con 7500 abitanti e quasi altrettanti orsi e coguari nei paraggi è uno dei paradisi degli sport di montagna. E’ anche la sede di uno dei film festival di montagna più celebri del pianeta, secondo solo al nostro di Trento per anzianità.

In programma alla fine di ottobre, il Banff Mountain Film Festival è un grande evento celebrato nello spirito dell’avventura: una rassegna di nove giorni in cui i riflettori sono puntati su filmati e libri di montagna con ospiti internazionali, autori, registi, alpinisti, climber ed esploratori provenienti da ogni angolo del globo.
Al termine delle proiezioni, i migliori film di ogni annata sono raccolti in una selezione e portati in giro per il mondo in un tour che quest’anno toccherà  390 città in oltre 35 nazioni, per un totale di circa 700 serate. Ora anche italiane.
Dedicato al dinamico pubblico di appassionati di sport outdoor, il BMFF World Tour Italy che inizia questa settimana riproporrà agli spettatori le straordinarie, coinvolgenti ed elettrizzanti atmosfere del festival canadese, giunto quest’anno alla sua 37ma edizione.
In circa due ore di proiezione gli undici film, selezionati tra i migliori, spazieranno da quelli dedicati all’alpinismo fino a quelli estratti dal programma che raggruppa i video più intensi e veloci di Banff. L’elenco completo dei filmati del tour italiano è consultabile sul sito.
Immaginatevi fotogrammi di imprese alpinistiche e sportive di ogni tipo all’interno di scenari decisamente fuori dall’ordinario, tra grandi spazi selvaggi, natura incontaminata, montagne, mari, deserti. Con un filo di rammarico, scorrendo il programma è evidente che prevalgono nettamente gli sport adrenalinici, di quelli che ti inchiodano alla poltrona, a discapito di dimensioni più quiete delle alte quote. Così i riders si fiondano in sella piroettando su trampolini di terra battuta, canoe si buttano in acque bianche sfidando tsunami fluviali, arrampicatori si espongono a vertigini mozzafiato, snowboarder scelgono canaloni suicidi, fino agli uomini che con le  tute alari volano (sì, avete letto bene, volano!) nelle valli sfiorando rocce e pini, allacciate le cinture e guardate questo. Da documentarista, obietto bonariamente che zoppica un po’ la parte più puramente naturalistica, anche se eccellentemente rappresentata da Mountains in motion di Paul Zizka che sarà un piacere gustare sul megaschermo da 155 metri quadri del cinema Orfeo a Milano. Con la straordinaria tecnica del time-lapse, le montagne rocciose aspetteranno gli italiani per l’anteprima nazionale. Per chi ama davvero la montagna sarà un peccato non esserci.


Bici di cartone. Costo? Meno di 10 dollari

C’è del cartone che avanza?
Cosa fare degli scarti industriali di materie a base cellulosica?
E i vecchi armadi in tamburato che riempiono le discariche potrebbero avere nuova vita?
Se si ha un po’ di pazienza e parecchia manualità si potrebbe pensare a una bici, costo del materiale? Inferiore ai 10 dollari, sostiene l’inventore israeliano. Dal filmato non pare neanche male.
Timori per le giornate di pioggia? No, perché è impregnata di resina e qualcuno ci ha pure fatto una canoa.

Ancora più impressionante la mole di tutte le idee che se ne potrebbero ricavare. C’è un mondo pieno di cartone là fuori…

Se un delfino ti chiamasse per nome?

I delfini si chiamano per nome, ora è anche provato. Se qualcuno avesse ancora qualche dubbio sull’intelligenza e sulla capacità di questi mammiferi vada a dare un’occhiata qui. Il filmato è impressionante, sembra addirittura di intuire qualcosa di quello che dicono.
Ho provato una volta a fare il bagno con loro e garantisco che è una delle sensazioni più strane che mi sia mai capitata. Ero ad Eilat, in Israele, penso che sia un’esperienza che tutti dovrebbero provare. Ho scoperto poi dopo che esistono, nel mondo, anche viaggi organizzati specializzati in quelle che si chiamano le dolphin experience.
Ho purtroppo anche scoperto che, sembra strano ma siamo sullo stessa pianeta, qualcuno li massacra senza pietà, e non parliamo di qualche popolo in po’ barbaro costretto ad uccidere per sopravvivere. La mattanza dei delfini è purtroppo ancora in uso nella  civilissima Danimarca, il filmato è sconsigliato a chi è debole di stomaco. Sembra strano che il paese leader per i chilometri di piste ciclabili procapite e per la produzione di energia eolica scivoli sui mammiferi marini più affini all’uomo. Copenaghen sembra ignorare il problema e le voci di condanna che si levano dalla comunità internazionale.