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Il miracolo del randagio

Della pet therapy abbiamo sentito parlare spesso, decantata come un toccasana in casi di stress o disturbi della psiche. Affiancarsi a un animale da compagnia aiuta, ma nel caso di Frase Booth, 4 anni, si è andati ben oltre. I medici non avevano lasciato speranze: dai 18 mesi il bimbo ha dimostrato i sintomi dell’autismo, un lento inesorabile isolamento in un mondo penetrato solo da pochi e descritto amabilmente da Fulvio Ervas nel suo libro “Se ti abbraccio non aver paura” (Marcos y Marcos).

Nel testo, basato sulla storia vera, un’avventura in moto è l’inizio di una grande esperienza. Nel caso di Frase, è successo invece grazie all’incontro con Billy, un gatto randagio capitato quasi per caso nella vita della famiglia.

La breve intervista alla mamma su YouTube chiarisce tutto in pochi minuti e con immagini che lasciano a bocca aperta. Soprattutto dimostra come il tesoro di una amicizia possa avere risvolti straordinari. E davvero non importa se si hanno due o quattro zampe.

Cronache dalla Terra degli orsi

Questo blog compie un anno.
Nato quasi per gioco, alimentato dalla passione, speranzoso di essere un po’ utile, sono trascorsi 365 giorni e oltre 27 mila pagine viste. Nessuna illusione: ci sono colossi con cui è impossibile competere per i numeri e la visibilità, ma non interessano i termini di paragone se chi legge aggiunge qualità a quello che è scritto. E sinceramente so che chi ha letto qui, ha quelle qualità che hanno aggiunto valore.
Quindi grazie. Grazie con una novità.
Ho deciso di cambiare nome. E’ da un po’ che ci pensavo. Non che l’ecoista non andasse bene. Un nome così ha il pregio di rendere con immediatezza la vocazione di chi scrive. Però ha il peso di trasmettere l’idea di qualcosa o qualcuno dalle posizioni un po’ estremiste. Piuttosto, fin dal  secondo post con lo strepitoso pezzo di Benni su Calcolino e la punizione extraterrestre, mi piace pensare a un comportamento ecologico praticabile da tutti come se guardassimo la nostra Terra da un luogo lontano, rendendoci conto che una bolla azzurra con foreste, cascate, città d’arte, culture antiche va presa per quello che è: un paradiso. Non importa se il punto di osservazione è sulla Terra stessa, magari in una foresta, su una montagna o in un golfo lontano, quel minimo di distacco ci fa capire che è sbagliato ogni comportamento che non lascia risorse a chi viene dopo, ogni pregiudizio che compromette la serenità di una esistenza pacifica, ogni gesto che lascia dietro di sé una traccia di rovina anziché un lieve passaggio di testimonianza responsabile.
Mi piace allora pensare di essere sulla mia montagna, tra gli orsi, e ascoltare le notizie che arrivano dal basso con la necessaria distanza per poter riconoscere quel che è giusto e quel che invece va migliorato. Senza estremismi.
Dalla terra degli orsi, il riferimento è sospeso tra Buzzati e il post “il giorno in cui sono morto un po’ “,  sarà interessante ascoltare le cronache di quel che succede fuori dal bosco, raccontando le cose belle e quelle meno belle con la certezza tutto è migliorabile.
Buon 2014.