Archivi tag: fai

Wim Wenders a Villa Panza col Fai

Domenica prossima sarà la giornata delle Ville aperte del Fai, un’occasione per scoprire e riscoprire. Un esempio, ma è solo uno dei 780 possibili, è quello di Villa Panza, in provincia di Varese. Alla collezione di arte contemporanea permanente si aggiungono le immagini di Wim Wenders, con i commenti originali del regista.

Schermata 2015-03-16 alle 12.18.46

Non ci sono molte persone nelle mie fotografie. Di solito aspetto finché se ne sono andate. Non perché mi disinteressi della nostra specie, al contrario! È solo che trovo più stimolante vedere le tracce lasciate dalle persone e lasciare che siano i luoghi a parlare. Sono convinto che strade e case e paesaggi sappiano parlare di noi in maniera molto eloquente. Ci hanno osservato con pazienza. Ci guardano per tutto il tempo… Il West americano è un posto in cui tutto va in pezzi. La gente qui aveva grandi speranze, ma la natura è stata più forte di quanto si aspettasse. La natura non voleva essere conquistata. Ha resistito caparbiamente a qualsiasi tentativo di civilizzazione.

Wim Wenders, 2015

IMG_20150316_122520

I commenti originali del fotografo alle foto sopra. A sinistra: non so da quanto tempo nessuno si siede su una di quelle sedie. Le persone non sembravano mancargli un granché. Erano immerse in una profonda conversazione tra di loro. A destra: mi ci sono volute ore per trovare qualcuno che potesse entrare nella hall del vecchio hotel “da Stout” sulla Main Street di Gila Bend. Era chiuso da anni ormai. Questo dipinto sopra la macchina della coca-cola mi perseguita dall’ora. È una versione da sogno dell’inizio perfetto di una road movie.

La gallery ufficiale di Villa Panza è sul sito.

IMG_20150316_000844 IMG_20150316_001710 IMG_20150316_001812 IMG_20150316_063537 IMG_20150316_122520 IMG_20150316_122739 IMG_20150316_123144

 

 

5 x mille x l’ambiente

Puntuali come l’estate, si avvicinano gli impegni fiscali.
Se non indichiamo nulla di specifico, il nostro 5 x mille può finire in un calderone generico. Se invece si riempie la casellina apposita si rischia di far del bene a chi si è accreditato negli appositi registri, come ad esempio certe associazioni per l’ambiente. E’ un modo per non stare a guardare.

Mettendo la firma nel riquadro indicato come “Sostegno delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale” e inserendo il codice fiscale del beneficiario, il gioco è fatto, SENZA COSTI AGGIUNTIVI PER CHI DONA.
Ho spulciato tra le associazioni più conosciute.
Possiamo (in ordine alfabetico) scegliere tra:
Enpa (impiega poi in sostegno di canili e gattili e nella difesa degli animali con una buona rete sul territorio e coinvolgendo veterinari e centri clinici)

Fai (valorizza il patrimonio architettonico e ambientale italiano anche con una propria rete di siti)

Greenpeace (agguerritissimi nell’ostacolare lo sfruttamento dell’ambiente anche con azioni eclatanti come l’arrembaggio delle baleniere)

Italia Nostra (valorizza il patrimonio architettonico e ambientale italiano)

Legambiente (valorizza il patrimonio ambientale italiano)

Lipu (promuove la protezione della natura partendo dall’avifauna)

Wwf (è la storica associazione internazionale per la protezione della natura)