Archivi tag: gatto

Il perfetto gatto da guardia salva il bambino

Cane, gatto e bambino per una storia a lieto fine. Se qualcuno avesse ancora dei dubbi sulla capacità di un gatto di essere fedele al proprio padrone al punto di avventarsi contro un aggressore per difenderlo, questo filmato conferma il contrario. Il bambino stava giocando quando il cane del vicino lo ha attaccato. Date un’occhiata alla reazione del felino e osservate come il gatto, dopo il contrattacco, torna poi a presidiare il suo protetto.


Per la cronaca: il bambino se l’è cavata con due morsi e qualche punto di sutura, la gatta è diventata un’eroe planetaria con milioni ci cliccate, del cane nessuna notizia.

Il miracolo del randagio

Della pet therapy abbiamo sentito parlare spesso, decantata come un toccasana in casi di stress o disturbi della psiche. Affiancarsi a un animale da compagnia aiuta, ma nel caso di Frase Booth, 4 anni, si è andati ben oltre. I medici non avevano lasciato speranze: dai 18 mesi il bimbo ha dimostrato i sintomi dell’autismo, un lento inesorabile isolamento in un mondo penetrato solo da pochi e descritto amabilmente da Fulvio Ervas nel suo libro “Se ti abbraccio non aver paura” (Marcos y Marcos).

Nel testo, basato sulla storia vera, un’avventura in moto è l’inizio di una grande esperienza. Nel caso di Frase, è successo invece grazie all’incontro con Billy, un gatto randagio capitato quasi per caso nella vita della famiglia.

La breve intervista alla mamma su YouTube chiarisce tutto in pochi minuti e con immagini che lasciano a bocca aperta. Soprattutto dimostra come il tesoro di una amicizia possa avere risvolti straordinari. E davvero non importa se si hanno due o quattro zampe.

19 scatti per una storia

Tutti quelli che vivono o hanno vissuto una storia sanno cosa significhi sfogliare un album di fotografie. La cosa sorprendente è che non c’è distinzione se i protagonisti sono molto diversi tra loro. Il fotografo giapponese MiYoki Ihara ha chiesto alla nonna di documentare il suo caso di convivenza lungo ormai 13 anni. Quella dolce atmosfera quotidiana che sa di famiglia si respira già dal primo scatto.

Caffè, cornetto e un gatto, prego!

Nel 1960 lo psichiatra infantile Boris Levinson delineava i benefici della pet therapy, una terapia dolce che implica l’utilizzo del rapporto uomo-animale in campo medico e psicologico. Questo trattamento alternativo è stata riconosciuto ufficialmente dal nostro Servizio Sanitario Nazionale nel 2003, aprendo la strada alla sua introduzione in ospedali, istituti e case di riposo.

Oltralpe siamo arrivati anche al bar! A Parigi non serve essere in cura per godere dei benefici della vicinanza di un gatto, un cane, un criceto o un coniglietto. Qualcuno ha aperto un bar dove dodici gatti la fanno da padrone</a> a disposizione di chi voglia dispensare coccole e ricevere fusa con la Ron Ron Terapie, come i francesi l’hanno subito battezzata.

«I gatti qui sono i padroni – afferma la proprietaria del locale – puoi lavorare al computer o non fare assolutamente nulla, solo guardare la loro vita è davvero rilassante.»

L’idea arriva dal Giappone e per avere un posto qui durante il weekend c’è una waiting list di un mese.

«I gatti hanno il potere di tirarti fuori lo stress – sostiene una delle avventrici – quando tocchi o gratti un gatto il tuo stress scompare.»

Chunque conviva con un felino non può che sottoscrivere l’affermazione. Personalmente, trovo bellissima l’idea delle dodici bestiole nel caratteristico bar, che si distingue nella ville lumière per l’insegna viola.

Conoscendo però il livello di stress accumulato da chi vive e lavora in città,  spero che un qualche sindacato felino abbia pensato anche ai dodici padroni concedendo loro un po’ d’aria sui tetti per sfogarsi. Gli umani, si sa, alla lunga sono davvero pesanti.
Questo articolo è pubblicato anche sull’Huffington Post.

Se ti dicono “sei un animale” potrebbe essere un complimento

Ci sono comportamenti animali che sono da premiare per il valore di sopravvivenza della specie.
Rimando a un articolo che arriva da una summa di studi di etologia. Le nove lezioni da apprendere:

1- fare più riposini durante il giorno aiuta la concentrazioni (fonte di ispirazione: i gatti)
2- non trascurare gli amici è uno stimolo riduttivo dello stress (pipistrelli)
3- la metodicità dell’ersercizio fisico come la camminata riduce il rischio malattie (criceti)

4- l’appredimento e gli stimoli che ne derivano aumentano il buon umore (mucche)
5- il fair play aiuta a sopravvivere (cani)
6- idem il condividere le informazioni (cetacei)

7- essere più lenti prendendosi l’impegno di fare le cose con calma aumenta la concentrazione permettendo di elaborare più informazioni (uccelli e certi insetti)
8- l’empatia rafforza i legami di ambiente (cani)
9 – un obbiettivo preciso o una forte motivazione aiutano il perseguimento del successo (salmoni).

Abbandonare è un reato, oltre che da idioti

Si avvicinano le ferie e la scellerata abitudine di abbandonare gli animali prima della partenza.

Dalle tartarughine ai cani, si stimano in almeno 350.000 le vittime di questo massacro della morale e di esseri viventi.  Più della popolazione di città come Bari, Catania, Venezia. Nessuno di quelli che leggono questo blog credo sarebbe mai capace di un gesto tanto crudele, ma magari, proprio chi legge sospetta qualcuno capace di farlo. Girategli questo filmato e fateci due chiacchiere. Fosse anche per un criceto…

Non solo: vedete una macchina abbandonare un animale? E’ penalmente perseguibile: denunciate la targa e fategli una bella foto. Se non ve la sentiste di sporgere denuncia, scrivete a me le circostanze e il luogo, posso farmene carico volentieri.

Le polpette di Fido

Vi premetto subito che Fido non è il destinatario del piatto, ne è l’ingrediente. Fermatevi qui se avete un cane o un gatto e non reggete la vista della violenza.

Shangai, una comitiva di giornalisti, gita verso le campagne per soddisfare i gli italiani affamati di tipicità. Accontentati trovando una specie di Gardaland uscita dalle stampe d’epoca, riabilitate con un po’ di contemporaneità grazie al potere dell’elettronica.
Cammino tra le vie con alcune colleghe. Non sanno nulla o molto poco della Cina. Tra i negozi cineserie varie, se non lì dove? Fino alla sezione animali. Sul banco del cibo ci sono le anatre laccate, e quando scrivo laccate intendo precisamente laccate, con finezza mobiliera, di una tinta color ebano da fare invidia a uno studio di notaio. A fianco dei cuccioli assonnati. Sono cagnolini e tartarughe.

«Che carini», dice una collega, ignara.
«Tu sai cosa sono, no?», ribatto.
«Certo, cuccioli in attesa del compratore», lo sguardo di fondo solfeggia anche un “ma mi hai preso per scema?”.
«Esatto. Cuccioli. Solo che il compratore indica anche il tipo e il grado di cottura», dico guardandola, non perché voglia guardar lei, ma perché non ho il coraggio di guardare nella gabbietta.
Per il resto del viaggio, fino alla conferma del nostro accompagnatore su quanto avevo detto, la donna non mi ha rivolto la parola.
Aneddoto a parte, rigorosamente vero, pare che ora in Cina le cose stiano cambiando e qualcuno si stia mobilitando anche dall’interno contro le ricette tradizionali a base di cani.  Le petizioni abbondano in rete e hanno un seguito anche tra i cinesi.
Qui c’è un filmato. Non nasconde nulla. Il dovere di cronaca mi impone di linkarlo, Attenzione però, a me ha bloccato il respiro, NON E’ PER TUTTI. Poi scegliete voi la petizione, ce n’è una redatta da volontari cinesi. Non sono nessuno per imporre alla seconda potenza mondiale di rinnegare le proprie tradizioni. Non sono neppure vegetariano, almeno per ora. Sono però abbastanza adulto e sensibile per chiedere quanto meno, alla stregua di quello che domando per polli, maiali e vitelli, condizioni di vita lontanissime da quelle del filmato.
Se siete arrivati fin qui, vi prego di fare uno sforzo in più: diffondere questo messaggio, perché nessun essere umano mi venga più a chiedere se lo credo scemo quando lui vede un cucciolo mentre purtroppo stiamo guardando una pietanza.

Il traduttore per animali

Una corrente di scettici sostiene che nessuna specie diversa dall’Homo Sapiens parli. L’affermazione è sensata per quanto riguarda la proprietà di linguaggio, ma  non sul merito della capacità di esprimersi. Lo conferma uno studio pubblicato dall’Università di Siena secondo il quale all’animale si attribuisce in genere la capacità di produrre segni più che di usare un linguaggio nel senso in cui intendiamo normalmente.

Google ha creato un’app che funziona da traduttore per linguaggi animali. L’attendibilità la faccio giudicare a voi.

In ambiti di maggior scientificità, l’etologo Con Slobodchikoff, ha dimostrato che i cani della prateria hanno sviluppato uno spiccata capacità comunicativa tra loro.

Altri studi in circolazione identificano tra le specie animali precise caratteristiche di comprensione delle parole. Qualche esempio:
> i gatti hanno 35 vocalizzi (avete presente i versi che fanno quando puntano un uccello quanto son diversi da quelli del momento in cui chiedono cibo?)
> le galline riescono a comunicare col proprio verso il livello di stress a cui sono sottoposte
> le scimmie hanno due suoni ben distinti per dire “c’è un leopardo” e “c’è un’aquila”
> con 14 segnali, fischi e squittii, i delfini  comunicano tra loro
> il cane è l’animale più studiato, pare che riesca a contare fino a 5 e, se addestrato, può arrivare a identificare 150-200 parole con una notevole capacità di associare suoni a oggetti.

Il ragno che mangia i gatti

Non esiste e non può esistere un ragno capace di mangiare gatti o cani, a meno che non attingiamo a copioni hollywoodiani.
Eppure qualcuno se l’è bevuta.

La foto che circola in internet del temibile Ragno Strega dell’Angola è una bufala di photoshop, al dettaglio neanche troppo ben riuscita.
Ci sono precise ragioni scientifiche per cui un ragno non può superare certe dimensioni. Prima di tutto una certa inefficienza nel sistema di respirazione in quelli che in altri esseri sarebbero i polmoni ma nei ragni sono organi poco sviluppati paragonabili a polmoni a libro che garantiscono un buon funzionamento ma solo su piccole dimensioni.
Analogamente, non funzionerebbe il sistema strutturale di un ragno gigante, il cui esoscheletro non riuscirebbe a garantire le prestazioni di robustezza degli aracnidi di dimensioni contenute. In pratica, più il ragno si ingrandisce e meno robusta sarà la sua protezione. I ragni più grandi esistenti, davvero al limite fisiologico della dimensione, rimangono dunque la Tarantola Golia, in grado di mangiarsi piccoli uccelli, e il ragno Cacciatore del Vietnam.
In compenso di gigante c’è la reazione della gente che, a volte, anche solo per un ragnetto innocuo, salta sulla sedia e non esita a schiacciarlo con una ciabattata. Immaginate dunque le reazioni di un aracnofobico di fronte all’installazione dell’artista tedesco Friedrich van Schoor, la sua simulazione dei ragni giganti nella stanza sulla strada ha inorridito parecchie persone.

Questo articolo è pubblicato anche sull’HuffingtonPost.