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Quanto manca al marciapiede?

Il 5 giugno è la Giornata Mondiale dell’Ambiente.
Qualcuno ha provato a sintetizzare la storia dell’uomo nel rapporto con l’ambiente con un’animazione arrivando a un risultato che sarebbe divertente se non fosse che il catastrofismo aleggiante è più che motivato.

Proprio il 5 a Torino, in occasione della giornata conclusiva di CinemAmbiente si proietta il film Ultima Chiamata di Enrico Cerasuolo. La trama parte dal libro Il limite dello sviluppo, la cui sintesi è disponibilie in pdf (in inglese). 

Il concetto base era che la Terra, in quanto sistema finito, cioè con risorse limitate, non può garantire una crescita infinita. Nel 1972 un gruppo di studenti del MIT teorizza che ai ritmi di sviluppo del boom, il mondo avrebbe potuto collassare entro il 2050 se non si fossero presi provvedimenti.
Ovvio che, in pieno boom, parlare di collasso era come mettere all’improvviso un bastone (di scetticismo) nei raggi della bicicletta (del progresso) che si muoveva a tutta velocità (destinazione di breve periodo: più benessere per tutti).

Oggi invece si sa che quei visionari non solo avevano ragione, ma il legame sviluppo-risorse-clima potrebbe complicarsi prima del previsto.
Invito tutti a guardarsi il film. Conoscete il racconto dell’uomo che si butta dal grattacielo? A ogni piano l’esperienza del volo è quasi eccitante e ad ogni piano il nostro Icaro ripete a sè stesso che fino ad ora non è successo nulla. Ecco, forse dovremmo iniziare a domandarci quanto manca al marciapiede.

Tornado spaventosi e cacciatori di tempeste anche in Italia?

Le immagini del tornado di Moore sono sotto gli occhi di tutti. Impressionano i fotogrammi del fenomeno atmosferico come quelle della distruzione e della solidarietà raccolte nel day after. Ancora di più impressionano i racconti dei superstiti, “un mostro enorme, scuro e spaventoso”, “urlava e veniva incontro lanciando esplosioni”.

Può accadere qualcosa di simile in Italia? La risposta dei climatologi è unanime nel rispondere che è improbabile, almeno con l’intensità manifestatasi in Oklahoma.

La scala di classificazione dei tornado prevede cinque gradazioni, da 1 a 5, e si chiama Fujita. Quello di Moore era di livello F-5. In Italia i peggiori registrati sono stati di categoria F-3. Si riconoscono in questo livello quelli recenti di Modena (lo scorso 6 maggio)  e Taranto (Novembre 2012).

Senza abbandonarsi ad eccessivi allarmismi, chiariamo che improbabile non significa però impossibile, anche se la presenza di una orografia complessa come quella della nostra penisola è un po’ una polizza assicurativa contro il fenomeno. I numerosi e frequenti rilievi, Alpi e Appennini su tutti, sono un ostacolo alla circolazione di masse d’aria imponenti come quelle che hanno generato il mostro ventoso di Moore, che è arrivato ad avere un diametro di vortice di quasi 2 chilometri.

Le zone più a rischio rimangono dunque le nostre pianure. E’ proprio lì che, come in Usa, anche da noi sta crescendo il numero degli storm chaser, gli inseguitori di tempeste. Oltreoceano ne è stata fatta anche una serie televisiva per Discovery. Il progetto dei due extreme meteorologists, come si definisce la coppia di conduttori, è nato da una raccolta pubblica di fondi sul sito kickstarter. Lanciarono un appello a sostenerli e il risultato fu raggiunto. Ora, al primo allarme meteo, si tuffano nelle tempeste con le loro macchine corazzate ad inseguire le nubi e assistere allo spettacolo della natura, anche se alla sua base lascia disperazione e, ogni tanto, morte. I gusti sono gusti.

Questo articolo è stato pubblicato anche sull’Huffington Post.

2019, l’anno dell’ultima balena, quattro minuti e un grande attore per raccontarlo

2019: questo è l’anno in cui l’ultima balena potrebbe essere issata a bordo di una nave per essere immolata da una logica produttiva ancora condivisa da paesi che si dicono civili. Lo denuncia Requiem 2019, il film prodotto, diretto e interpretato dall’attore Rutger Hauer con la collaborazione del regista Sil van der Woerd.

Cosa possiamo fare per fermare lo sterminio di cetacei? In Italia le specie sono protette, ma in mare aperto e negli oceani no. Un esempio su tutti: la balenottera azzurra antartica dopo 40 anni di protezione è comunque ridotta allo soglia dell’1% di quel che era all’inizio del periodo di tutela. Qualche suggerimento per supportare le campagne si trova in rete. Altrimenti si può puntare sul sostenimento delle associazioni impegnate in prima linea come Sea Shepherd e GreenPeace, i cui volontari si sono messi più volte tra le baleniere e le balene anche a rischio della propria vita.

Sono i più grandi esseri viventi rimasti sul nostro pianeta, ce ne sono sempre di meno, eppure sono cacciati da molti paesi con finti scopi di ricerca, possiamo davvero fare qualcosa. Ora.

Questioni di Natura, una mostra in un centro storico

Un lupo appare inaspettato sulla scala della torre in mattoni, un giovane vede foglie spuntare dalle proprie mani, una coppia si incammina nel nulla di un campo innevato, zolle di terra disegnano le sagome dei continenti e ospitano semi di piantine. Naturales Quaestiones  è una mostra allestita nell’arengario di Monza. L’antico palazzo comunale diventa il teatro per un argomento molto attuale che attinge a Seneca per il titolo. Il rapporto con l’ambiente passa anche dall’arte, fino al 19 maggio.

3 minuti in pausa pranzo, l’uomo degli orsi, la guardiana del faro

Ci sono tanti modi e canali per promuovere la conoscenza di un luogo. Questo è quello che ha scelto la Finlandia.

Mi piace chi punta sul rapporto uomo – animali, a suo modo è come puntare al cuore del rispetto tra le varie sfere della vita. Vuol dire non avere nulla da nascondere. La Finlandia è ovviamente anche molto altro, ad esempio Paula. Vive col marito su un’isolotto, uno dei tanti che punteggiano la costa tra un’insenatura e l’altra. Nel filmato vorrei essere a mangiare fragole appoggiato alla balaustra del loro faro.

Cominciate pure ad immaginare questo paese staordinario, nella sua immensa foresta punteggiata di laghi c’è posto anche per voi.

Un hotel che non batte chiodo

Non é solo un modo di dire. Le tavole in abete che avvolgono ogni stanza sono giuntate tra loro solo da tasselli in rovere, gli impianti elettrici sono schermati, l’architettura é immersa nel bosco e il cuoco cucina a chilometro zero. C’é anche una vasca di acqua salata nel centro benessere con le stanze tonde per simulare l’ingresso all’interno del tronco degli alberi. Per chi volesse il famoso Aquadome é appena oltre il torrente. Il Natur Hotel Waldklausee è a Lagenfeld, in Ötztal, Tirolo austriaco.
I piani alti dell’albergo sono ricchi di angoli e anfratti per isolarsi nella quiete del bosco ammirato dall’insolita angolazione delle cime degli alberi. Un percorso sensoriale sfiora le cortecce su una passerella sospesa.
Naturalmente non mancano i motivi per guardarsi attorno. Chilometri di sentieri percorrono i crinali della vallata, tra le più profonde delle Alpi austriache.  La strada dei ghiacciai che sale fino a 2600 metri è un paradiso per ciclisti che possono risalire quello che in inverno è un comprensorio sciistico di tutto rispetto, teatro anche dello spettacolo biennale Hannibal. Tutto il torrente è costeggiato da una pista ciclabile e alla foce nell’Inn c’è la famosa area 47, tempio per gli sport con 66000 metri quadri dedicati alle attività outdoor.
In località Umhausen è stato anche ricreato il villaggio di Otzi, la mummia delle nevi ritrovata al passo tra l’Otztal e la Val Senales e oggi conservata al museo archeologico di Bolzano.

11 cibi subito pronti per stare meglio, snelli e senza fatica

Troppo impegnati per mangiare sano? 


La maggior parte di noi vorrebbe fare un’alimentazione equilibrata e variata che consenta di non appesantirsi e mantenersi in buona salute. Però siamo tutti troppo impegnati tra lavoro, casa, famiglia e le varie altre attività. Così spesso si finisce per mangiare piatti pronti comprati al supermercato, alimenti da asporto presi in rosticceria o cibi che abbiamo nel congelatore. Tutte scelte che ci fanno risparmiare tempo, ma che non fanno bene alla salute. In realtà un modo per mangiare sano senza stare ore in cucina ci sarebbe: basta scegliere i cibi giusti, quelli che sono un vero e proprio scrigno di salute e che, allo stesso tempo, non richiedono preparazioni laboriose. Qui ci suggeriscono quali sono, che proprietà hanno, quante calorie apportano e come possiamo usarli nell’alimentazione di tutti i giorni.


Una osservazione utile all’ambiente che l’articolo non esprime: occhio alle etichette! Dovendo scegliere, meglio prendere dallo scaffale prodotti che arrivano da vicino: hanno subìto meno stress da viaggio, sono generalmente più freschi, non sono stati ore e giorni su mezzi  col motore acceso. 
Per chi poi i prodotti vuole andarseli a prendere da soli, il sito con l’elenco di alcuni produttori è qui. Cè una bella soddisfazione a conoscere il contadino che ha arato il campo, la gallina che ti ha fatto l’uovo o l’albero da cui tu stesso puoi cogliere il frutto. E’ più o meno la differenza che passa tra guardare una cartolina e trovarsi di fronte al paesaggio ritratto, ci sono più sapori, profumi e colori da scoprire. Garantito da chi ha provato!