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Le sentinelle che sono un danno al Pil

Le “sentinelle in piedi” (che poi, avete mai visto una sentinella seduta?) sono un danno, e non parlo per la comunità gay e i diritti negati. Il sistema ‘Italia dei diritti calpestati’ sta facendo il giro del mondo. La tournée  questa volta tocca a un atto della Procura di Perugia.

Ma andiamo con ordine. Il fatto: le “sentinelle in piedi” attuano la loro protesta in una piazza del capoluogo umbro e una coppia, oggi sposata a Londra, non si fa problemi a baciarsi tra i manifestanti. Il problema è che la coppia è composta da due uomini e la Procura apre un’inchiesta che approda anche in parlamento. Dunque, ben prima che il nostro illuminato Angelino Alfano emanasse il suo editto omofobico, un ufficio della Repubblica  dedica tempo e risorse a una indagine in cui si ravvede il nulla, probabilmente impegnando agenti preziosi su una stupidata mentre rimangono irrisolti casi ben più importanti per la giustizia italiana. Ammettiamolo, invertendo le parti, se qualcuno avesse recitato preghiere in un gay pride, probabilmente sarebbe passato inosservato. E vi prego di notare che anche noi gay preghiamo come, forse, anche le sentinelle si baciano tra individui dello stesso sesso. Ma veniamo al punto. La notizia ora sta girando il mondo, facendo passare il mio paese per un covo di retrogradi. Probabilmente ora ci vedono così in Canada, nel Regno Unito, in Sud America, in Svezia, in Spagna, e un po’ in tutta la comunità internazionale

Non mi va bene. Non dovrebbe andare bene neppure a chi ha a cuore la faccia italiana. Buttiamola sull’economico: non dovrebbe andar bene neppure agli operatori del turismo che assistono alla lesione dell’immagine del Bel Paese di fronte a una delle comunità di viaggiatori più ricche, proprio in momenti come questo dove ogni turista è manna sul nostro Pil. Se qualcuno cominciasse a denunciare sentinelle e Alfani di turno per danni, penserei che sarebbe solo un atto dovuto.

Castelvolturno, vienici a sopravvivere

C’è la Campania di Spaccanapoli, della Costiera, di Capri e di Ischia, dei Giardini della reggia di Caserta e quella cartolina del Vesuvio col pino e il golfo che fa tanto Italia.

Azzerate. Sto per parlarvi di altre cartoline. Mi ci sono imbattuto sfogliando pagine che raccontano di Castel Volturno. Castel Volturno dei negri che chi se ne frega ma fan comodo per raccogliere pomodori. Delle bufale che muoiono nei campi dopo chissà quali stenti e le carcasse stanno lì a marcire. Delle strade che le vedi in foto e in un primo momento pensi “che schifo certi paesi del terzo mondo” salvo poi scoprire che il terzo mondo ce l’hai in casa.
Un gruppo di giovani ha deciso sfrontatamente, e ce ne fossero di questi sfrontati, di raccontare il degrado partendo dagli scorci che un tempo erano quelli della vita ruggente sulla Costa Domiziana. Tra covi di tossici e blitz della procura ne è uscita una serie di cartoline la cui serie è titolata Vieni a sopravvivere da noi. La didascalia sceglietela voi. La mia non sarebbe pubblicabile.
Questo articolo è pubblicato anche sull’Huffington Post.