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La bicicletta che non va a petrolio

Il decreto Sblocca Italia di Renzi non piace a Legambiente, Greenpeace e Wwf Italia. Difficile dare torto alle posizioni degli ambientalisti: uscire dal pantano non deve significare prendere il largo in un mare di petrolio. Il fronte anti-trivelle ha appena lasciato il sit-in davanti a Montecitorio dove ha manifestato contro gli orientamenti filopetroliferi dell’esecutivo, ma era solo una delle tappe del programma di mobilitazione nei punti bollenti del nostro Paese.
 
Il punto in questione è l’articolo 38, che favorisce la nuova colonizzazione del nostro territorio e dei nostri mari da parte dell’industria petrolifera, invece di difendere l’interesse pubblico e uno sviluppo economico sostenibile. Le associazioni ambientaliste pensano che le norme in questione sono parte di una strategia delMinistero dello Sviluppo economico che tende a favorire gli interessi dei petrolieri.
Signor Presidente, le smentisca! È stato davvero un piacere vederla in bicicletta durante le campagne elettorali. La prego di tornarci su quella bici, a me pedalare aiuta a schiarire i pensieri, magari anche a Lei. Magari potrebbe poi trovare idee per creare posti di lavoro e spunti di rilancio nello sviluppo delle rinnovabili. Visto i sorrisi che vi scambiate, chieda ad Angela (Merkel) come è andata da loro. Lei si sente forte del sostegno ricevuto con le elezioni. Si ricordi quanto l’hanno aiutata le bici e pensi al successo ulteriore che avrebbe un presidente giovane che scommette su un futuro fatto di vento e sole e non su quell’asfalto che ci ha infilato dritti nel pantano.
Divertono abbastanza tutte le foto in rete di lei in bici, ne faccia una campagna chiara: “No oil!”. 
Questo articolo è pubblicato anche sull’Huffington Post.

L’atomo impazzito fuori dalla porta

L’Italia ha rinunciato al nucleare. Il proprio. Come la mettiamo con quello degli altri, alle porte della nostra nazione?

Questa mappa ci mostra che i francesi giocano con gli atomi appena oltre il confine. Questo non  sarebbe grave se tutto fosse sufficientemente controllato. Sono assolutamente a favore delle fonti rinnovabili, ma sono anche sufficientemente realista per capire che dobbiamo studiare fonti di energia in grado di sostenere i prossimi dieci miliardi della popolazione. Hollande è la persona giusta a promuovere gli studi? Il presidente francese, a seguito delle promesse fatte in campagna elettorale, non è chiaro nei suoi programmi attuali.

Le centrali d’oltralpe sono vecchiotte e non sono i soggetti di studio ideali, ma sono soprattutto insicure, come il recente blitz di Greenpeace ha dimostrato. Prima ancora ci era atterrato un temerario col paracadute.

Se dovesse capitare il pazzo squinternato che ci prova con una cintura di tritolo in vita?