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Il sole, ma è solo un film

Cinquant’anni fa lo scrittore di fantascienza Isaac Asimov immaginava per il New York Times, un 2014 con città sotterranee per sfuggire all’inquinamento e crisi di noia per l’uomo i cui compiti erano ormai svolti solo da robot.

Cosa ha azzeccato e cosa no nelle previsioni?
Sottovalutando la nostra innata ricerca per il bello e per il buono non aveva previsto che qualche sforzo sarebbe stato fatto per preservare certe aree. Fortunatamente non ci siamo giocati ancora tutto. Così pur nel disastro comportamentale che ci impone il progresso, cerchiamo di arginare i danni.

Sicuramente Asimov non sarebbe stupito delle immagini in arrivo dalla città di Pechino. Coi suoi 11,5 milioni di abitanti, la capitale cinese patisce un inquinamento decine di volte superiore alla soglia massima di pericolo segnalata dall’OMS. L’ambasciatore USA ha addirittura rimpatriato la famiglia e chiesto il trasferimento. Gli amministratori locali hanno dovuto rimediare con grandi schermi per dare un effetto emotivo alla popolazione per l’assenza del sole, non dell’ambasciatore. Purtroppo per loro, non è così immediato il rimedio per la qualità dell’aria.

Le altre previsioni di Asimov? Televisioni in 3D, schermi touch, università online, colonie lunari, attacchi di noia e altro. Più o meno ci ha preso. Mancano solo le colonie lunari che per adesso non ci servono e qualcosa sulla noia: ci ha pensato la crisi a farci ingegnare su come dover occupare il tempo. Per il controllo delle prossime previsioni, già commissionate al NYT, appuntamento al 2064.

Questo articolo è pubblicato anche sull’Huffington Post.

Energia dal sole, da Abu Dhabi a casa nostra

Dopo tre anni e 600 milioni di dollari, ad Abu Dhabi si è conclusa la costruzione del più grande impianto di produzione di energia solare del mondo. Considerato che le sabbie su cui è appoggiato galleggiano su un mare di petrolio, il segnale è abbastanza forte. La struttura è in grado di fornire energia a migliaia di abitazioni facendo risparmiare all’ambiente circa 175000 tonnellate di CO2 l’anno (dato stimato).

In Italia l’impianto più grande è quello installato sui tetti della fiera di Rimini e alimenta parte del fabbisogno del quartiere espositivo.

Dal grandissimo al piccolissimo con una domanda che spesso mi sento rivolgere. Ma a una famiglia conviene sfruttare il sole? La primissima risposta non può che essere  un genericissimo “dipende”. Vanno piuttosto valutati con attenzione quali sono i parametri per l’efficienza di un micro impianto per la produzione di energia. Non c’è una unica formula ma una serie di elementi da prendere in considerazione (tra cui irraggiamento della zona, inclinazione della falda, restituzione ala rete, efficienza della progettazione, qualità delle struttura). Tutto concorre a influenzare il bilancio. In estrema, estremissima, sintesi, possiamo considerare che per la produzione di 3 Kw (dimensione familiare) servono circa 3500 euro che si recuperano in circa 6 anni in una fascia climatica tra Liguria e Toscana.

Diverso il caso per un impianto solare a vocazione termica (riscalda l’acqua) che è relativamente più semplice e a circolo chiuso. Permette di risparmiare immediatamente sui costi della produzione sanitaria.

Il mio punto di vista sulla verità: se interpellerete 10 tecnici diversi otterrete 10 risposte diverse. C’è però un elemento alla base di tutto: optare per la realizzazione di un impianto è fondamentalmente una scelta etica. Mettetevi il cuore in pace che prima o poi si ripaga, è solo questione di tempo. Il risparmiare emissioni nocive è il vero valore aggiunto. E per chi crede che il futuro della Terra non abbia prezzo, è questo l’importante.