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Chiamate Darwin, non i carabinieri

Io sto con Daniza, l’orso o mamma orsa, se preferite. Lo premetto e non mi stanco di ribadirlo. Detto questo mi preme chiarire che i politici trentini non sono mai stati pro orsi. Ma non è colpo loro, nel senso che devono seguire le pressioni del loro elettorato che non ha fama di essere ecologista. E’ gente che vive in montagna e non sono da biasimare se vedono orsi, lupi e volpi come come una minaccia per il bestiame e per chi rischia incontri inusuali come possono capitare quando vivi ai margini di un paesino di montagna. Lo scrivo per esperienza, la mia casetta sull’Appennino ligure è l’ultima dell’abitato e quando rientro al buio ogni tanto penso ai rischi.

Ma qui il nocciolo della questione è un altro. Parliamo di intelligenza. Non posso pensare che il cercatore di funghi che sostiene di essersi appostato ad osservare i cuccioli non fosse a conoscenza che qualsiasi animale in libertà tende a difendere la cucciolata. Vogliamo, come è giusto che sia, puntare alla reintroduzione delle specie autoctone di animali che ci siamo giocati nei decenni scorsi? Temo che dobbiamo fare in modo che la loro reintroduzione sia a prova di stupido. In inglese si dice foolproof information e prevede che quando ti inoltri su un sentiero di un parco americano o canadese vieni messo al corrente dei rischi. Evidentemente serve farlo anche in Italia perché un cercatore di funghi, probabilmente sceso da Marte e residente in Trentino solo per caso, non ci arriva e allora scopre a proprie spese che non è sano appostarsi a ridosso di una cucciolata con un genitore attorno. Ma mettiamoci nei panni dell’orsa. Vedo dei bambini che stanno giocando e noto che dei tipi sospetti li stanno fissando oltre la rete del parco: che faccio, non intervengo? Morale: se il cercatore di funghi non ci arriva da solo e gli succede qualcosa, non è un incidente, ma “selezione naturale”. Invonchiamo Darwin, non l’abbattimento dell’orsa. Guardiamoci in faccia signori trentini, i nostri nonni erano saggi e queste cose le sapevano, poi con l’arrivo delle armi hanno agito di impulso, più  per paura del selvaggio che per il pericolo. Siamo a questo punto? I vostri cervelli hanno davvero cent’anni? Preferisco pensare di no. Ben venga dunque la mobilitazione.  #iostocondaniza!

Questo articolo è pubblicato anche sull’Huffington Post.


Contro i terremoti e le discariche, pensa al bosco

Il legno è un ottimo materiale da costruzione per le sue caratteristiche strutturali e di rigenerazione.
Ricerche e modelli dimostrano che nessuna altra componente edile riesce ad  essere versatile come la materia prima dei boschi.
Due esempi su tutti. Per quanto riguarda l’altezza, in Carinzia hanno dimostrato che una struttura in legno come la Pyramidenkogel può essere realizzata agilmente elevandosi fino a oltre 70 metri. La foto panoramica non rende giustizia alla struttura che sembra piantata azzerando la superficie boschiva di una collina.

Vedendola in altri termini, però, la costruzione riesce a dimostrare che non solo il legno si può utilizzare su ampie stature, ma perfino in posizioni molto esposte agli agenti atmosferici come appunto la cima di un rilievo. La torre, a picco su uno degli scorci della suggestiva regione austriaca al confine con l’Italia, è aperta al pubblico e propone anche lo scivolo più lungo d’Europa che permette ai più temerari di scendere fino al suolo senza l’ausilio di mezzi meccanici o di scale.

Sulla solidità della struttura, invece, convincono un paio di filmati dell’università di Trento. Le simulazioni riescono a ricreare terremoti non solo su piccole case ma anche su palazzi di sette piani realizzati in legno.

Sul limitato impatto in termini di rifiuti, poi il legno la fa da padrone, riciclabile, rigenerabile e in ultima analisi perfino combustibile.
Che sia la volta buona su qualche riflessione in merito all’uso e all’abuso di cemento?