Il mare di Taranto e la lezione di turismo

Dalla cima della collina il panorama su Taranto ha un suo fascino. Le grandi nuvole al tramonto arrossiscono, come per scusarsi dell’acqua che col temporale estivo hanno appena rovesciato sulle campagne. Senza metafore strane, perfino le ciclopiche strutture dell’Ilva si perdono in quel momento di magia sospeso tra il Mar Piccolo e il Mar Grande. La fabbrica c’è, da tanto, e ci sarà ancora per molto perché qui è lavoro e del lavoro non se ne può fare a meno per mangiare. Per un predicatore del turismo verde è facile parlare bene dei luoghi incontaminati. Certe zone qui non lo sono, ma proprio per questo val la pena indagare e sperimentare.

Con alcuni colleghi stiamo seguendo i sentieri del parco del Bosco delle Pianelle e chi ci sta accompagnando sono tre operai dei moltissimi che proprio all’Ilva lavorano. Loro, abituati a muoversi tra fumi bollenti e carri rumorosi, ci stanno accompagnando in un polmone verde incantevole. Oltre ad essere operai della notissima azienda, sono con noi ora perché volontari del gruppo ciclistico Biciavventura. La giornalista russa è stupita della scelta, io incantato. Sono solo tre dei testimoni di una terra che ha tanto da dire in tema di naturalità e tradizioni salutari, talmente tanto da riuscire nella missione impossibile di superare l’Ilva.

Spero di darvene le prove nelle prossime righe. Qui sta nascendo un progetto che può fare scuola di eccellenza anche altrove. Se il museo archeologico di Taranto è un gioiellino che racconta come questa terra fosse baciata dalla fortuna del passato, ancorché al centro dei traffici del Mediterraneo, i dintorni trovano una nuova chiave di lettura inusuale con il percorso della GreenRoad. Il modello di sviluppo verde che si sta formando qui ha ingredienti semplici e accattivanti: cibo, arte, movimento ed energia. L’acronimo in inglese diventa F.A.M.E. (food, art, move, energy). I numeri per richiamare gente (anche) da oltralpe ci sono tutti.

Di cibo, arte e tradizioni, la Puglia ne ha da vendere e in molti già le conoscono e le apprezzano. Qualcosa in più va aggiunto per movimento ed energia. È infatti una regione che per orografia gentile e fonti di espirazione potrebbe diventare luogo di vacanza eccellente anche per chi la conosce poco e cerca lo straordinario quotidiano. Il dislivello contenuto permette di camminare e pedalare alla scoperta di aree verdi tra vigneti, olivi e lecceti che sono un incanto. Lo testimoniano i già citati bikers di Biciavventura ma anche la rete di sentieri e viottoli che sono un invito a muoversi in modo sostenibile. La segnaletica è tutta da installare e questa è una pecca a cui spero porranno rimedio presto, ma una buona carta aiuta ad orientarsi, meglio ancora se vi scaricate una delle app che aiutano a tracciare il percorso.

Sul tema dell’energia, beh, preparatevi. Sono convinto, ma pronto a essere smentito se qualcuno mi dimostra il contrario, che certi edifici storici non sorgono mai a caso. Succede ad esempio qui con molte masserie e certe chiesette. Provate a dormire nel silenzio assoluto della Qui ut Deus a Crispiano, dove la stanza “ulivo” ha un letto fantasmagorico formato da quattro tronchi. Oppure entrate a palazzo Vestita a Grottaglie e fatevi raccontare i segreti della cripta da cui sembrano appena usciti i cavalieri templari con il Graal. Fate pochi passi ed entrate in uno di laboratori lasciando che il fuoco che cuoce le ceramiche contamini anche voi coi colori del cielo e dei fiori. Poi incamminatevi a scoprire una cantina molto speciale, dove il Brandisio Primitivo è lasciato maturare alle frequenze dei canti gregoriani.

Ancora entrate nel castello di Pulsano, potreste cogliere altre frequenze. Assorbite pure il silenzio di quelle mura che hanno già ascoltato le grida di sfida dei cavalieri, ma guardatevi dal fantasma che, si dice, abita ancora la torre. Poi non resta che imboccare la ciclabile che, su un percorso protetto, porta dritta al mare. Vi auguro di arrivarci al tramonto e scoprire cosa significa vedere il sole intingersi nello Ionio.

Cullati sulle spiaggette, col profumo di chi sta cuocendo il pesce per voi, potreste benedire di aver scelto questo angolo di Puglia.

Questo articolo è pubblicato anche sull’Huffington Post.