Il fascino di perdersi in un archivio

David Campbell, protagonista de Il giardino dell’arte, include nel suo Grand Tour della penisola Caravaggio, Michelangelo e Raffaello, ma anche l’Archivio di Stato. Il personaggio creato dallo storico dell’arte Claudio Strinati viaggia nel Bel Paese del XXI secolo e per capirlo fino in fondo non può prescindere dal toccare uno dei luoghi della memoria della nostra storia.

Gli archivi storici non sono luoghi inaccessibili coperti di ragnatele, ma preziosi custodi del racconto di una memoria collettiva, che può essere riletta da molti punti di vista, per arricchire rievocando vicende, stili di vita, snodi epocali, curiosità e passioni. Veri magazzini del sapere, sono una traccia indelebile, composta pazientemente in anni di attività delle associazioni culturali, ma anche delle imprese, dei sodalizi, degli istituti che sono stati a fianco del popolo cogliendone i momenti epici, quelli sciagurati e quelli della vita di tutti i giorni.

C’è un momento dell’anno in cui gli archivi si aprono e, grazie alla digitalizzazione, possono essere condivisi per far immergere il pubblico in questa straordinaria ricchezza. Archivissima è il festival per scoprire, raccontare e far conoscere il valore degli archivi storici. Si svolgerà quest’anno in una rinnovata versione digitale dal 5 all’8 giugno 2020. Con la Notte degli Archivi del 5 giugno 2020, si trasformerà in una grande trasmissione gratuita, con un palinsesto di oltre 50 puntate, di cui 18 podcast d’autore tutti dedicati alle storie degli archivi. Il folto programma è on line. Oltre 80 podcast e più di 100 video tratteranno il tema 2020, #WOMEN.

Le figure femminili saranno al centro dell’attenzione, non solo per celebrarne i successi ma per testimoniare l’importanza dei processi di trasformazione e cambiamento che proprio le donne hanno saputo attivare nella politica, nella letteratura, sul lavoro, nella medicina e nello sport.

Archivissima, lezioni dalla

Tra tutti i contenuti prodotti dagli enti partecipanti, dieci in particolare saranno quelli prodotti direttamente da Archivissima, curati dalla giornalista Valentina De Poli che accompagnerà con la sua voce l’ascoltatore alla scoperta dei documenti e delle carte conservati negli archivi selezionati. Fra questi: l’Archivio Storico Ricordi con un focus dedicato a Maria Callas; l’Archivio Fondazione Mondadori con un racconto su Alba De Cespedes, Eliana Liotta racconterà l’Archivio Storico di Intesa Sanpaolo attraverso collegamenti e focus dedicati al tema femminile.

Stefania Auci, divenuta celebre per aver scritto I leoni di Sicilia, leggerà un suo inedito. Attraverso i testi della scrittrice Francesca Manfredi, insegnante alla scuola Holden, si racconterà il posto speciale che le donne hanno sempre avuto in Lavazza,presente anche con il podcast Il caffè è donna. Lidia Ravera darà voce alla storia della partigiana e antifascista Teresa Noce, operaia e sindacalista e fra le fondatrici del Partito Comunista Italiano. 

Michela Murgia dedica il suo podcast alla tradizione della poesia orale sarda indagando le differenze tra il maschile e il femminile. Cathy La Torre accompagnerà il pubblico alla scoperta del Cassero, storico circolo LGBT di Bologna. Sempre su questa tematica, grazie alla collaborazione con il Lovers Film Festival e il Museo Nazionale del Cinema, anche Vladimir Luxuria, attuale direttrice del festival, presterà la sua voce al podcast dedicato alla rappresentazione delle donne trans nel cinema italiano. 

Archivissima presenta anche Epochè – La figura femminile negli archivi, un percorso visivo tra le diverse sfaccettature della presenza delle donne nei documenti d’archivio. La mostra digitale, che sarà visibile online dal 5 giugno 2020, comprende una selezione di immagini d’archivio sull’universo femminile. In totale, gli archivi storici di enti pubblici, istituti culturali e grandi aziende che hanno confermato la loro partecipazione a questa Notte degli Archivi – Digital Edition sono oltre 170. È la storia, ve ne convincerete, che può indicare il cammino per il nostro futuro.

Questo articolo è pubblicato anche sull’HuffingtonPost.

Gli Italiani sul Titanic

Titolo: Gli italiani del Titanic
Produzione: Cinehollywood per History Channel 2012
Regia: Valerio Scheggia
Autore: Ezio Savino, Annalisa Reggi, Stefano Paolo Giussani
Durata: 50′
Location: Milano, Belfast – Eire

Cosa non sappiamo ancora della tragedia del Titanic, che il 14 aprile 1912 naufragò dopo l’impatto con un iceberg causando oltre 1500 morti? Poco o nulla, si direbbe, specie dopo che nel 1997 James Cameron ne ha realizzato un kolossal cinematografico capace di battere tutti i record precedenti in fatto di incassi.
E invece qualcosa da scoprire c’è ancora, e ce lo racconta il documentario di Valerio Scheggia “Gli Italiani sul Titanic” prodotto da Cinehollywood per Fox International Channels Italy e trasmesso  da History Channel.
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Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II: i papi che cambiarono la storia


Produzione: Libreria Vaticana, Polivideo 2013-2014
Regia: Valerio Scheggia
Autore: Stefano Paolo Giussani
Durata: 2 x 50′
Location: Città del Vaticano, Bergamo

In occasione della canonizzazione di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, due documentari diffusi dalla Radiotelevisione Svizzera e disponibili su DVD, raccontano il lato inedito di due pontefici che hanno segnato la storia. Filmati originali e documenti fino ad oggi sconosciuti si alternano con la testimonianza del Cardinale Capovilla e gli interventi del Cardinale Kasper e di Don Ezio Bolis, direttore della Fondazione Papa Giovanni XXIII di Bergamo. I due DVD, raccolti nel cofanetto “I Papi che cambiarono la storia”, “Giovanni XXIII – Il Papa fuori programma” e “Giovanni Paolo II – Il Papa rock che sgretolò la cortina di ferro” hanno attinto agli archivi della Città del Vaticano e della Fondazione Papa Giovanni XXIII. La colonna sonora è arricchita dalla splendida voce di Mina, con le arie sacre “Magnificat” e “Omni die”.

Covid 19: diffondiamo idee, non pangolini

Oggi è il cinquantesimo anniversario della Giornata della Terra

Dalla decisione di dedicare una ricorrenza all’unico guscio amichevole conosciuto in un universo non ospitale, sono trascorsi 50 anni e molti eventi che hanno segnato l’umanità. Mai come quest’anno, però, la data è legata a circostanze apocalittiche per il mondo occidentale.

Senza scomodare i visionari che imputano Covid-19 al castigo divino, il virus pare ormai assodato essere una zoonosi e potrebbe avere a che fare con l’uomo non per la fantasiosa elaborazione fantapolitica di un’arma batteriologica, quanto per la conseguenza del nostro comportamento nei confronti delle specie e degli ambienti del pianeta.

Lo spiega benissimo David Quammen in Spillover, libro edito nel 2014. L’autore fu intervistato da Fazio il mese scorso, vi consiglio di di ascoltarlo per la qualità dell’intervista. Firma autorevole del National Geographic e ottimo divulgatore, parlando di virus, previde con una buona approssimazione cosa sarebbe successo e dove sarebbe successo. Il ragionamento è semplice e facilmente comprensibile, perfino da non scienziati, visualizzando una catena di eventi.

  1. Abbiamo consumato gli ambienti naturali con percentuali da estinzione di massa.
  2. Di conseguenza si sono ridotte le specie che, come noi stessi, sono portatrici di virus.
  3. I virus, non avendo gambe, puntano a moltiplicarsi con gambe altrui, cioè cercando nuovi organismi in grado di ospitarli al posto di quelli scomparsi.
  4. Contestualmente offriamo ai virus quasi otto miliardi di esseri umani che permettono loro di proliferare muovendosi in aereo.

Serviva solo il taxi che portasse il virus dall’ambiente che era il suo naturale a un nuovo ambiente. Lo ha trovato nei pipistrelli o nei pangolini o in qualche essere che ancora non è stato individuato venduto nei mercati del sud della Cina. Se è chiaro a tutti cosa sia un pipistrello, è probabile che, come ha fatto il sottoscritto, dobbiate informarvi su cosa sia un pangolino

Scoprirete che è uno dei mammiferi di selvaggina più commerciati nel mondo, nonostante sia una specie a rischio estinzione.

Frenatevi dal pensare “ma che schifo, come fanno i cinesi a mangiare ’ste cose?!?” perché un americano pensa esattamente la stessa cosa di noi quando cuciniamo il coniglio che in USA è un animale da compagnia o quando consumiamo il nostro formaggio con i vermi che fa inorridire anche alcuni nostri connazionali quando per altri è una prelibatezza.

Paese che vai, abitudini che trovi. Semmai andrebbero risolti i problemi legati all’igiene. Non è razzismo affermare che il wet market di Wuhan non sia da prendere a modello. Così come non lo sono i mercati della Liberia dove si consuma abitualmente carne di scimmia e ci sono focolai di Ebola probabilmente legati a questo commercio. Quammen ci assicura che il Coronavirus è quasi un dilettante rispetto al disastro che può provocare Ebola se iniziasse a diffondersi seriamente.

La giornata della Terra 2020 è dunque uno stimolo di riflessione, partendo dallo sfruttamento indiscriminato del nostro pianeta. In nessun modo, uno scenario come quello attuale va visto come una vendetta o un castigo. La Terra non si vendica. Come tutti gli organismi complessi reagisce, nella logica delle cose. Se ci pungiamo un dito, spostiamo la mano. Se distruggiamo un ambiente, quel che c’è dentro e sopravvive si sposta, virus compresi. Semplice.

Il nostro obbiettivo dovrebbe essere quello di ridurre il rischio di futuri eventi del genere. Come? Rimediando al punto 1 della catena di cui sopra e sostenendo leader che condividano una visione preservativa e non di consumo, fornendoci da persone che dichiarino chiaramente da dove provengono gli alimenti, responsabilizzandoci sul modo in cui ci spostiamo, privilegiando l’uso di prodotti riutilizzabili, condividendo l’uso delle risorse e ponendo la massima attenzione al significato di “rifiuto” che può essere risorsa e non pattumiera. Sarebbe davvero apprezzabile se, per la Giornata della Terra e per ogni alba che segue, ognuno di noi riuscisse a fare propri questi concetti e trasmetterli a tutti quelli che ci circondano. Esattamente come un virus: contagiamo il mondo, ma solo con messaggi positivi per il futuro. Diffondiamo idee, non pangolini.

Questo articolo è pubblicato anche sull’Huffington Post.

Bernini

“No artist defined 17th-century Rome more than Gian Lorenzo Bernini did, working under nine popes and leaving an indelible mark on the Eternal City. And there is probably no better place to appreciate his talent and genius than the Borghese Gallery in Rome, the villa — now a museum — built by his first patron, Cardinal Scipione Borghese, where Bernini revealed his talent for capturing tension and drama in stone. But during the remarkable exhibition titled “Bernini,” visiting may be a once-in-a-lifetime experience.” The New York Times

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Mathera, L’ascolto dei sassi

“Mettetevi in ascolto e i muri vi racconteranno la storia”
Antonio Acito, architetto

“Matera è un messaggio per tutto il Mediterraneo, per tutti i paesi del mondo, per tutti i villaggi, per il recupero di tutti i luoghi abbandonati. È un messaggio per l’Europa intera”
Pietro Laureano, storico dell’arte

Canova

Spesso considerato il più grande degli artisti neoclassici, il suo straordinario lavoro ha stupito, ispirato e commosso per secoli. Il nostro film ritrae la sua crescita artistica, dalle sue prime esperienze a Venezia, vicino alla sua città natale, alle sue opere a Roma, Parigi e infine di nuovo a Venezia.

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Dinosaurs

In molti credono che gli scheletri dei dinosauri ammirati nei musei di storia naturale siano emersi dal suolo nelle condizioni in cui sono esposti, ma non è così.

Dinosaurs è un documentario scientifico che racconta i retroscena legati ai più recenti ritrovamenti di queste affascinanti creature preistoriche, le più grandi che la terra emersa abbia mai conosciuto. Alcuni, soprattutto i carnivori, terribilmente feroci, arrivavano alle dimensioni e al peso di un carro armato, all’altezza di un edificio di due piani, con mascelle e denti in grado di stritolare i loro avversari. Gli erbivori, dal canto loro, per difendersi svilupparono corazze e corna imponenti.

Mentre #iorestoacasa i viaggi sono virtuali

Dopo questa tempesta, da qualche parte, dovremo pur ricominciare. Senza dimenticare l’ #iorestoacasa, è giusto tener presente che, oltre la nostra porta, abbiamo sempre e comunque il Paese più bello del mondo. Quello che, prima o poi, tutti torneranno ad invidiarci. È solo questione di tempo. Alla stregua di una piccola valvola di sfogo, ecco qualche suggerimento per uscire di casa solo virtualmente visitando luoghi fantastici attraverso contenuti internet di alta qualità e dall’accesso gratuito.

A Torino come tra le piramidi

Il primo spunto è rivolto a Torino. Nel cuore della capitale sabauda, Christian Greco ci porta nel meraviglioso mondo dei faraoni. Amerete questo direttore di museo che rompe ogni schema per accompagnarci nella storia con la freschezza di un amico d’infanzia che ti porta nella sua stanza dei giochi. È smart nel muoversi tra le teche e i reperti, è capace di attirare e mantenere l’attenzione sui pezzi unici a prescindere che siate un adolescente o un arzillo papà di Indiana Jones, è estremamente competente nel tracciare i collegamenti attraverso le sezioni della collezione egizia più grande del mondo all’esterno dei confini del regno del Nilo.

I grandi artisti al cinema

Un altro spunto ci arriva dalla casa di produzione Magnitudo Film. Attraverso la sezione del suo sito Magnitudo Film Per l’Italia, ha messo a disposizione degli insegnanti e degli appassionati tutti i titoli della stagione appena conclusa. Si parte dal celebrato Leonardo con interventi, tra gli altri, di Massimo Cacciari, Stefano Boeri e del direttore emerito degli Uffizi Antonio Natali. Tra gli altri titoli disponibili gratuitamente spiccano Gianlorenzo Bernini, illustrato nella magnifica cornice della Galleria Borghese, e Antonio Canova, con la carrellata completa delle opere del maestro che furono raccolte dal fratello nella casa museo di Possagno. Mathera ci porta nelle suggestioni della città dei Sassi mentre Palladio ci accompagna tra le perle delle ville venete fino ad una capatina all’ombra del campanile di San Marco.

Plutone e Proserpina, da “Bernini” della MagnitudoFilm

Essere in casa immersi nell’alta definizione è un invito ad calarsi nei backstage dei musei. Vi siete mai chiesti quanta maniacale attenzione ci sia nella cura per le opere d’arte? In tutto il mondo, uno dei punti di riferimento è l’Opificio della Pietre Dure di Firenze. Un viaggio a misura di microscopio ci mostra come da un dipinto si arrivi a un mosaico rinascimentale. Il filmato rientra nel ciclo “La cultura non si ferma” del Mibact. Ampliando l’orizzonte oltre i confini nazionali, il sito dello Smithsonian ha una sezione specifica dedicata al virtual travel

I musei imperdibili

L’articolo più recente, suggerisce una serie di luoghi immancabili che vanno dai Musei Vaticani al Louvre, dal Guggenheim di New York alla National Gallery di Londra, fino ad arrivare al Thyssen-Bornemisza di Madrid e al Museo nella casa natale di Anna Frank. Se siete cintura nera di documentari, appassionati d’arte fino al midollo e non avete ancora visto l’Ermitage, potreste cogliere l’invito di Apple. Per dimostrare le capacità di ripresa dell’ultimo modello di smartphone, ha pubblicato una strepitosa sequenza di oltre cinque ore (cinque!) attraverso i corridoi degli zar a San Pietroburgo.

Nessuno ha scelto volontariamente il periodo di clausura che stiamo attraversando, ma vivere una pandemia coperti da una buona connessione web ha indiscutibilmente i suoi vantaggi. Possiamo scegliere di subire il momento o possiamo decidere invece di considerarlo un’occasione di formazione e magari di scelte future. Guardiamo al lato positivo: quando saremo liberi di spostarci avremo una lista di luoghi da spuntare scoperti nel web. Avete presente la lista dei posti da vedere almeno una volta nella vita? Ecco, immaginate però che sarà ancora più bella perché in cima all’elenco ci saranno innanzitutto le nostre piazze, i nostri parchi e i nostri vicoli, quelli che abbiamo fuori dalla finestra e che non ci parrà vero ricominciare a frequentare. Partirà da lì il nostro nuovo giro del mondo.

Questo articolo è pubblicato anche sull’Huffington Post.