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Come ho detto a Sorrentino che La grande bellezza mi è piaciuto

Ho incontrato Paolo Sorrentino dopo l’ennesima discussione con amici su La grande bellezza, l’Oscar e la figura di Jep Gambardella.
Non sono un critico cinematografico ma mi piace il cinema e la faccio semplice:
> il lavoro si ispira alle atmosfere del La dolce vita di Fellini e a La terrazza di Ettore Scola, ma lo stesso regista riconosce le citazioni e scagli la prima pietra chi non fa qualcosa che non tragga ispirazione da qualcosa già fatto prima,
> ha una realizzazione stilistica di assoluto rilievo,
> rende a Roma la splendida cornice che merita,
> ci sono due dialoghi che sono scritti da urlo e, lo ammetto senza pudore, vorrei saper scrivere così. In entrambi il protagonista è Jep Gambardella: il primo è la conversazione tra amici sulla terrazza (argomento: l’impegno civile) e il secondo un monologo sul come comportarsi a un funerale.
Disturba a qualcuno questo ritratto di Italia? Sicuramente, ma siamo così e se non ci piaciamo in una foto non possiamo certo prenderla col fotografo, tanto più se la foto è impeccabile.
Grazie Sorrentino, anche per il tempo che mi hai dedicato sfrecciarossando tra Roma e Firenze.

La grande bellezza di Sorrentino che mette d’accordo tutti

Anche la notte degli Oscar è passata e La Grande bellezza di Paolo Sorrentino ha lasciato il prevedibile strascico di consensi e polemiche. Non entro nel merito se non per riconoscere che c’è un elemento che mette d’accordo tutti: la bellezza stratosferica di Roma. 

Per chi ha visto il film e volesse riconoscersi nelle ambientazioni, ecco un elenco essenziale dei paesaggi che hanno fatto da sfondo alle scene. Il film ha il merito di svelare luoghi meno consueti di quelli battuti ogni anno da migliaia di turisti.
Cito dal bell’articolo sull’Huffington Post di Eugenio Spagnuolo.

Il parco degli Acquedotti
La scena: l’attrice Anita Kravos si lancia contro un muro, durante una performance teatrale. Il muro è quello dell’Acquedotto Claudio, uno dei sette che rifornivano di acqua l’antica Roma. Si trova nel VII Municipio di Roma, all’interno del Parco degli acquedotti (che a sua volta fa parte del Parco dell’Appia antica). Come raggiungerlo: l’ingresso di via Lemonia è a breve distanza dalla fermate Subaugusta e Giulio Agricola della linea A della metropolitana.
Il chiostro di San Pietro in Montorio
La scena: in un tempietto Jep (Toni Servillo) incontra una bambina che si nasconde dalla madre. Quel tempietto porta la firma del Bramante ed è considerato uno dei capolavori dell’architettura del Rinascimento. Sorge nel punto esatto dove secondo la tradizione Pietro l’apostolo fu crocifisso a testa in giù. Come raggiungerlo: si trova sul Gianicolo (Bus 115) e si può visitare su appuntamento, in orari e giorni stabiliti dalla reale Accademia di Spagna (Tel.06.5812806).
La Fontana dell’Acqua Paola
La scena: la cascata d’acqua della sequenza iniziale, con il coro musicale, appartiene a questa fontana che si trova sulla sommità del Gianicolo, dal quale si scorge una delle vedute più belle di Roma. Nota anche come Er Fontanone, è la parte terminale dell’acquedotto ripristinato nel 1608 da papa Paolo V per portare acqua a Roma, nelle zone a destra del Tevere. Come raggiungerla: si trova in via Garibaldi, sul Gianicolo, e ci si arriva a piedi da Trastevere o con gli autobus 115 e 870.
Villa del Priorato dei Cavalieri di Malta
La scena: Stefano (Giorgio Pasotti) conduce Ramona (Sabrina Ferilli) e Jep fino al portone di una “villa”, dalla cui serratura si vede perfettamente la cupola di San Pietro. Non c’è turista che non abbia verificato coi suoi occhi, al cospetto del portone del Priorato dell’Ordine dei Cavalieri di Malta, che oggi ospita le ambasciate presso la Santa Sede e che un tempo offrì riparo anche l’ordine dei templari (…ma questo è un altro film). L’ingresso, che si vede nel film è opera di un restauro del PiranesiCome raggiungerla: la villa si trova sull’Aventino, a circa un km dalla fermata della metro B Circo Massimo.
Palazzo Barberini (Galleria Nazionale di Arte Antica) e Palazzo Spada
La scena: la suggestiva passeggiata notturna di Jep e Ramona scortati da Stefano nelle case delle principesse romane è in realtà una passeggiata per musei: il primo è Palazzo Barberini, dove il regista si sofferma su La Fornarina, il capolavoro di Raffaello Sanzioche ritrarrebbe Margherita Luti, sua amante, a seno nudo. La galleria che la Ferilli attraverso poco dopo è invece la galleria prospettica di Palazzo Spada (di cui si vede per un attimo anche la facciata esterna). Fu progettata dal Borromini con la consulenza di un matematico per creare un’illusione ottica: la galleria è lunga 8 metri ma lo sembra molto più per via del pavimento che sale e della volta la volta a botte che invece si abbassa. Come raggiungerli: Palazzo Barberini si trova a pochi passi dalla fermata Barberini della Metro A. Palazzo Spada, sede anche del Consiglio di Stato, si trova invece a Piazza Capo di Ferro, nei pressi di Campo de Fiori.