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Stephen Hawking, genio, perfino nel mettersi in gioco nel nuovo spot Jaguar

Conosciamo lo scienziato Stephen Hawking per il lavoro della sua mente, ora lo abbiamo anche in veste di testimonial Jaguar. Nonostante la SLA lasci ormai pochissimo spazio alla sua mobilità, la sua testa è lucidissima, al punto da riuscire a scherzare su se stesso.

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Senza nessuna autocommiserazione, ha accettato di recitare nello spot della nota casa automobilistica britannica (ora di proprietà indiana) e di vestire i panni di un ipotetico capo dei servizi segreti. Lo stile alla Bond del filmato gli attribuisce subito un certo fascino, accentuato dalla location scelta per simulare l’arrivo dello 007 di turno.
Per la cronaca, l’esterno dell’avveniristica costruzione si trova in Italia, al passo Rombo, collegamento tra Val Passiria (Alto Adige – Südtirol) e l’Otztal (Tirolo austriaco).

Le costruzioni costituiscono il Pass Museum e sono state progettate da Werner Tscholl, l’architetto che ha lavorato con Reinhold Messner alla progettazione del Messner Mountain Museum di Firmiano.  L’insieme delle architetture – 5 in tutto – fanno parte del sistema musealizzato di questa strada che, in origine una mulattiera, unisce due vallate tra le più caratteristiche di questo settore delle Alpi.

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Il nero mortale, inquinamento della Val Padana

Tranquilli, non è di razzismo o di evasione fiscale che si parla qui, ma di aria. Quando ero piccolo era normale, ascoltando la radio, incappare nella voce delle previsioni meteo che perentoria annunciava “Nebbia in Val Padana”. Ovunque la sentissi, era un po’ come una bandiera, un sentirsi a casa. Non sapevamo esattamente cosa stavamo respirando, ma in certi giorni l’aria pesava. L’illusione che a distanza di quasi cinquant’anni le cose siano migliorate c’è.

O meglio, c’era. C’era prima di leggere articoli come quelli circolati all’indomani della divulgazione dei dati sul costo in vite dello sforamento dei limiti massimi di pericolosità dell’aria. I morti sarebbero almeno 300 all’anno, di cui l’80% nella sola Milano. Edoardo Croci, direttore di ricerca allo IEFE-Università Bocconi, ne ha parlato nel convegno “I costi dell’inquinamento atmosferico: un problema dimenticato“, organizzato da Fondazione Ca’ Granda Policlinico di Milano.

Secondo l’ultimo rapporto dell’Agenzia Europea dell’Ambiente sulla qualità dell’aria in Europa, la Pianura Padana, nonostante la tendenza al miglioramento, resta la peggiore d’Europa in termini di qualità dell’aria, insieme all’area più industrializzata della Polonia. A Milano la responsabilità principale delle emissioni di PM 10, circa l’85%, è del traffico, e in Area C l’Agenzia Mobilità Ambiente Territorio (AMAT) ha stimato che oltre il 70% delle emissioni allo scarico è attribuibile ad auto e camion diesel euro 3 e 4 e a motorini a due tempi.

Praticamente penso ad una mappa dell’Europa e vedo nella mia Val Padana un’ombra nera. Vado con la memoria a certe giornate di cielo limpido che illumina le cascine tra i filari dei campi e nella testa mi passa che potrei vivere anche tre anni in meno per le porcherie che respiro senza rendermene conto. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha reso disponibile un manuale scaricabile.

Sono convinto che bike sharing, Area C, chiusura dei centri storici al traffico privato siano ottimi strumenti. Mi manca però una voce che dica esattamente quali sono i rischi che corro quando vado in bici, quando i miei nipoti giocano nel campetto, quando le mamme spingono i passeggini nel traffico. Forse l’informazione diffusa aiuterebbe a sensibilizzare anche con piccoli comportamenti responsabili come limitarsi nell’uso dell’auto, far controllare periodicamente la caldaia, far notare al vandalo atmosferico di turno che non si sta fermi un quarto d’ora col motore acceso mentre aspetti qualcuno. Spiegare bene nelle scuole i rischi che si corrono potrebbe essere l’inizio della soluzione. L’educazione che parte dal basso è davvero contagiosa e magari riuscirebbe a ridurre quella macchia nera sulla mia regione.

Soluzione per i matti che corrono in città

In città certi piloti vorresti non vederli. Quante volte abbiamo sognato di prendere uno di quei Tazi Nuvolari che in macchina o in moto scambiano le strade urbane per autodromi e spiegargli che, se proprio vuoi correre, esistono le piste? Naturalmente li senti arrivare da lontano, perché loro le marmitte non si sono mai spiegati bene a cosa servono e, nel dubbio, hanno comunque deciso che sono solo delle appendici cromate per far brillare la carrozzeria. Beh, grazie al bricolage e alla fantasia, questo filmato leva qualche soddisfazione. Purtroppo è solo un effetto speciale.

480 km con un pieno e dal tubo solo acqua

Toyota sta per iniziare a commercializzare un veicolo ibrido con celle a combustibile. Non è nuova la tecnologia, è solo che ora è stata industrializzata e messa a disposizione di chi se lo potrà permettere. Le autorità californiane stanno attrezzandosi per lo sviluppo della rete distributiva di idrogeno: 4 minuti di pieno e il veicolo sarà in grado di percorrere quasi 500 km emettendo al tubo di scappamento solo acqua.
A quando e a quali costi sulle nostre strade?

Fumati la macchina, il “viaggio” vale doppio

Le automobili potrebbero, presto o tardi, essere composte da materie prime di origine vegetale, cannabis compresa.

Amido di mais, grano e patate possono essere ingredienti per le bioplastiche. Le carote sarebbero invece utilizzate per il volante, grazie alle loro capacità elastiche che non compromettono comunque la resistenza. In sostanza, combinate con resine speciali, le fibre vegetali aumentano la rigidità del 30%.
La utility car Kestrel utilizza addirittura tra le proprie componenti dei pannelli realizzati con la Cannabis. Una mossa di marketing per dare l’idea di un “viaggio” che vale doppio.

Prevenire il pericolo prima che nasca: Adolf Hitler

E’ la prova di fine corso di uno studente di cinematografia, Tobias Haase. Il claim è “certi pericoli possono essere prevenuti”, così l’auto attraversa il paese natale di Hitler e in un fuori luogo storico travolge il bambino che diventerà dittatore.

Forse l’autore sapeva a cosa andava incontro, di fatto il filmato è finito sulle pagine dei giornali e la stessa Mercedes, della quale il girato sembra uno spot, si è affrettata a smentire

La storia fa evidentemente paura.

Vuoi l’auto ecologica? Pedala e attento alle eco-frottole!

C’era una bellissima pubblicità di auto in circolazione qualche anno fa (guarda lo spot). Ti decantava il potere di un catalizzatore efficiente, il basso contenuto di solventi delle vernici, la riciclabilità di certi componenti, ma alla fine ti avvertiva che, comunque, per l’ambiente non avresti mai fatto abbastanza. Così il nostro aitante possessore di auto che avevamo visto entrare in garage in tuta e racchetta da tennis se ne esce felice con una cigolante bicicletta. Geniale! “Non vuoi inquinare? Vai in bici! ” era il messaggio.

In Italia non ha funzionato perché i tempi non erano ancora maturi o forse perché qulalche brianzolo finito al marketing avrà obiettato ai creativi “ma non si vede il prodotto”! “Ok: mai discutere con un imbecille” avrà allora pensato il nostro pubblicitario, che avrà così ripiegato con un bella idea anni 80 dove la topona della Milano da bere era attratta  dalla grossa cilindrata (del motore, s’intende, cosa avevate capito?). Adesso i tempi sono un po’ cambiati, ma c’è ancora parecchia confusione su cosa è ecologico e cosa no. I pubblicitari, in questo, ci mettono del loro.

Legambiente ha stilato un ecolista per raccapezzarsi in un mercato dove sembra che tutti abbiano un’anima verde, quando non è proprio così.

Chi vuole davvero saperne di più e desidera arrivare preparato da un concessionario pronto a venderti la versione catalitica della propria mamma, trova un buon manuale per riconoscere un’auto con i parametri ecologicamente corretti, cioè:
> Consumo di carburante
> Emissioni di CO2 per chilometro 
> Indicatore di inquinamento atmosferico
> Indicatore di rumore effettuate in accelerazione
> Indicatori sanitari e ambientali (produzione di cancerogeni, di ossidi d’azoto, polveri sottili, idrocarburi incombusti, che causano danni alla salute e all’ambiente).

La guida non è aggiornata agli ultimissimi modelli, ma intanto è come avere una buona bussola da consultare per orientarsi nella giungla degli spara-ecofrottole.

Leggendo in giro si scopre che se l’auto è piccola non conviene né il diesel (fa eccezione, pare, la Smart) né l’ibrido, ma un buon modello a benzina che faccia la sua bella figura nel consumare meno e meglio in proporzione al peso limitato dalla vettura.

Sfatiamo qualche mito.
Perchè solo adesso si fanno le ibride?
La tecnologia di un motore termico (praticamente una stufa che usa solo il 15% del proprio potere per il movimento, come ben spiegato qui, abbinata a un propulsore elettrico è da anni impiegata con successo su navi e treni. Nell’auto non si è usato fino ad ora perche dovevamo consumare di più per pagare più i produttori di benzina e più tasse allo stato (ma questo non si può scrivere e voi non l’avete mai letto).
Nella classe media e alta, numeri alla mano, è meglio viaggiare ibrido, unendo un normale motore termico a uno a batterie. Toyota è leader in questo settore con una gamma di auto che sono pure gradevoli, lo preciso perché solo qualche anno fa se proponevi a qualcuno di prendere una elettrica o una ibrida ti sentivi rispondere neanche tanto educatamente un “prendila tu!”.
Ce l’ho grossa ed è più efficiente.
Non facciamoci prendere in giro da chi racconta che le auto grosse hanno motori efficienti che inquinano meno. E’ vero solo in piccola parte, ma c’è un dato che parla su tutti: i grammi di CO2 al chilometro, guardateli subito e convincetevi che tra un cardenzone (SUV o non SUV) e una macchina media passa un’enormità di polveri sottili e  CO2 nell’aria. E non sto ancora considerando il fatto che una macchina grossa porta via più parcheggio, crea più traffico e cose così.

Meglio 100% elettrico?
Premetto che personalmente non sono ancora convinto del 100% elettrico, almeno finché non mi spiegheranno bene cosa faremo delle batterie al termine del ciclo vitale di cinque anni.
Chi proprio fosse spinto dal vento eco verso il tutto elettrico sappia che molto di quanto dichiarato dal produttore dipende dallo stile di guida. Ho guidato la stessa macchina (una Mitsubishi I-on, uguale agli omologhi modelli di Citroen e Peugeot. In differenti condizioni per scoprire che con un primo  pieno di corrente ho potuto percorrere gli 86 km di autonomia dichiarata e  un secondo pieno ben  146.
Tra le piccolissime, oggi c’è anche la Smart e la ancora più piccola italianissima Zero NWG.

La via è imboccata, ora speriamo che il progresso sia abbastanza svincolato dai petrolieri  e segua almeno in parte la velocità evolutiva che hanno conosciuto i computer: abbiamo in un telefonino la stessa capacità di calcolo di un computer evoluto di decenni fa ma, facendo le dovute proporzioni, le macchine sono mediamente rimaste agli anni 60. Ancora troppo poco per dissuadermi a preferire la bici al posto dell’auto quando vado in garage.
Questo articolo è stato pubblicato anche sull’HuffingtonPost.

Risparmia DA SUBITO senza costi e senza cambiare la tua auto

Ti senti responsabilizzato perché gli spot ti sventolano inquinamenti irrisori dei nuovi modelli.
Ti rendi conto che ogni pieno costa sempre di più.
Ti guardi attorno e c’é un sacco di gente con il nuovo modello XYZ e ti domandi se è vero che consuma molto meno del tuo.
Attento alle ecofrottole delle pubblicitá! L’auto che non inquina e non consuma non esiste e tu stesso puoi iniziare a consumare meno DA SUBITO senza cambiare veicolo e aumentare il parco auto circolante.

Fai un esperimento: attieniti a queste dieci semplici regole e scopri giá dal prossimo pieno che potresti avere una percorrenza bonus fino al 10% in più solo per aver cambiato stile di guida.

Le regole per risparmiare:
1- Limita il peso all’indispensabile, inutile andare in giro stracarichi di roba che non serve
2- Evita di tenere montate barre e portapacchi che peggiorano l’aerodinamica
3- Evita di usare l’auto in percorsi brevi, in fase di riscaldamento il motore produce più fumi
4- Controlla regolarmente la pressione delle gomme, tenerle un po’ più gonfie é meglio che sgonfie
5- Sottoponi l’auto alla manuntenzione periodica, l’elettronica è una brutta bestia se si mette a far le bizze
6- Non strangolare il motore con marce basse e numeri di giri elevati, trattalo come fosse una voce da ascoltare piacevolmente ai regimi medi
7- Limita al minimo l’utilizzo di accessori come l’aria condizionata alle basse velocitá e al contrario usala tenendo i finestrini alzati a velocitá maggiori, quando il motore produce più energia e l’aerodinamica diventa determinante
8- Previeni la condotta considerando distanze e semafori-code iniziando a decelerare prima, appena poi scatta il verde accelera sempre con gradualitá come se ci fosse un uovo tra la tua suola e l’acceleratore
9- Se il tuo veicolo é dotato di computer di bordo, ingaggia con lui una gara al cusumare meno selezionando sul display il sensore di riferimento
10- Non superare i 110 kmh, il consumo oltre questa velocità aumenta più che proporzionalmente e il tempo di percorrenza non ne risente più di tanto
Aggiungo una regola molto personale:

11- Sei proprio sicuro che non potevi usare la bici, un mezzo pubblico o condividere l’auto con gli amici? Per quanto ti sforzi di limitare consumi e inquinamento, il passo più naturale e salutare é il tuo, pensaci.