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Il Bacio con un’opera d’arte

Oggi è San Valentino. Volete impressionare davvero il/la vostra partner con un gesto che rimanga nella memoria e che sia davvero ecologico? Un fiore è una piccola meraviglia della natura, ma nel momento in cui è reciso, inizia a morire. Un diamante è per sempre, ma è impegnativo per il portafoglio e per la difficoltà di portarlo in giro. Molto probabilmente è stato anche estratto da poveri disperati in qualche miniera sperduta del quarto mondo.

Festeggiate San Valentino portando chi vi è caro a vedere un’opera d’arte. Potrebbe essere la soluzione che punta dritto al cuore, ed è più “per sempre” di un diamante. Il momento in cui sarete voi davanti all’opera, sarà vostro finché morte non vi separi. E forse anche oltre.

Vi racconto un episodio capitato mentre stavamo filmando un documentario su Bernini alla Galleria Borghese di Roma. Il luogo è un concentrato di opere d’arte tali da far girare la testa. Quando iniziamo un lavoro in un museo, con la troupe abbiamo la fortuna di rimanere all’interno quando lo spazio è precluso al pubblico. Questo ci permette di entrare in confidenza con il personale e scoprire gli aneddoti del luogo. Ci sono storie fantastiche, mai riportate da nessuna guida. La Galleria Borghese, poi, è speciale, perché mantiene ancora quell’allure di dimora che la direttrice Anna Coliva, storica dell’arte e tra le più grandi conoscitrici di Bernini, sembra aver ricevuto in dote dal Cardinale Scipione Borghese, mecenate del padre del barocco che qui abitò. 

Buon San Valentino

Fu tra quelle mura che, durante un sopralluogo, notai un uomo. Era anziano, ma ancora nella piena linfa della maturità. Mi colpì perché era immobile davanti alla Madonna dei Palafrenieri di Caravaggio, con in mano una pianta.

Con un gesto di confidenza che ho molto apprezzato, l’assistente che mi accompagnava raccontò che ogni anno, a San Valentino, a un’ora precisa del pomeriggio, l’uomo con la pianta si presenta all’ingresso, si accoda alla biglietteria e, salite le scale, raggiunge il quadro per rimanere davanti al capolavoro del Merisi. Lui e la pianta. Nel film proiettato dentro la mia testa, c’era una persona al suo fianco la prima volta che ci andò. Tenendosi per mano si persero nei chiaro scuri di Caravaggio e appena fuori comprarono la pianticella. Quel giorno, i miei occhi videro una persona e una pianta, ma sono sicuro che era un inganno dei sensi, perché le persone erano in realtà due, solo che una era invisibile.

Probabilmente non vi serve una Galleria Borghese per il 14 febbraio. Se desiderate un bacio immortale, nella storia dell’arte potete sbizzarrirvi da Hayez a Banksy, passando per Munch, che non dipinse solo angosciati urlatori ma anche uno dei baci che meglio esprime la fusione tra le entità amate. 

Se foste a Milano dal 14 al 16 febbraio, vorrei suggerirvi una chicca, peraltro gratuita. A cent’anni dalla scomparsa del pittore Gaetano Previati, torna nella città dove fu dipinto uno dei suoi quadri più rappresentativi. Nella sua storia c’è anche un pizzico di mistero. Si sapeva che la tela – oltre due metri di altezza per quasi un metro di larghezza – fu esposta alla Permanente del 1889. Cercandolo, risultavano sì dei dipinti di Previati, ma nessuno che corrispondesse al Bacio o al Romeo e Giulietta, i titoli con i quali oggi è conosciuto. Il quadro invece c’era – e per la cronaca fu molto apprezzato dai critici – ma era catalogato col nome che lo stesso autore gli attribuì: Penombre. Previati, nel parlarne, diede anche indicazioni precise sul come esporlo, con la luce proveniente da sinistra.

Anche per queste sue visioni, fu considerato come uno degli artisti più visionari e talentuosi. Umberto Boccioni lo descriverà in un articolo come:«il solo grande artista italiano, di questi tempi (la fine del XIX Secolo, ndr), che abbia concepito l’arte come una rappresentazione in cui la realtà visiva serve soltanto come punto di partenza.»

La Galleria Bottegantica organizza la mostra Previati in Love e nella notte di San Valentino ospita un pianoforte a coda che con le sue note alimenterà l’ardore perenne dei due amanti. E spero anche il vostro.

Un consiglio. Noterete, trovandovi di fronte alle pennellate, che nessuna foto rende lontanamente giustizia al soggetto. Chiedete al personale di ridurre le luci al minimo e perdetevi in ogni singolo dettaglio fino al contatto delle labbra. Non ci sarà fiore o diamante che tenga.

Buon San Valentino.  

Il primo bacio, senza preliminari e tra sconosciuti

Se vi piace il bacio, con il french kissing e i preliminari che si immaginano, c’è qualcosa che potrebbe incuriosirvi. Il cortometraggio della film maker Tatia Pilieva è tanto semplice quanto originale. Prendi venti perfetti sconosciuti, dividili in coppie e falli baciare. Davanti alla telecamera e coi riflettori accesi. Dopo i primi momenti di imbarazzo, il risultato sembra soddisfare gli attori. E anche i gusti degli spettatori che hanno fatto volare il video a oltre 63 milioni di cliccate.

Il baciare che fa bene

Gli psicologi della Oxford University si sono messi a studiare i baci. La notizia non passa inosservata. Baciare piace a quasi tutti e la specie umana è una delle poche, qualcuno sostiene l’unica, a farlo. Gli studiosi inglesi hanno cercato di capire perché.
L’equipe guidata dal professor Wlodarsky propone almeno tre risposte.

Innanzitutto potrebbero essere un preludio al sesso per aumentare l’eccitazione. Parrebbe valere sempre per gli uomini, un po’ meno spesso per le donne. Interpellato nel campione statistico della ricerca, il gentil sesso sostiene di preferire il gesto del bacio dopo l’amplesso. La seconda ragione è quella legata all’affetto: ci si bacia per dimostrare che ci si vuole bene. La radice preistorica, sempre per gli studiosi, è quello dell’accettare di esporsi ai rischi e dimostrare in pubblico il legame di coppia. La terza ragione sarebbe una sorta di analisi sensoriale per la quale si bacia ciò che si vuole conoscere meglio, come volendone assaggiare il sapore.

Per gli amanti della pratica, la ricerca fa emergere elementi molto concreti sul bacio:
-migliora l’umore, perché abbassa il livello di stress,
-rinforza le difese immunitarie, grazie ai 60 milioni di batteri presenti nella saliva e agli anticorpi,
-fa bene al cuore, aumentando la pressione,
-mantiene in forma, coinvolgendo la bellezza di 29 muscoli.

Tutte le ragioni dei benefici affonderebbero nel lontano passato dell’uomo e nel percorso che ci distingue dagli altri esseri viventi.
La componente sensoriale è quella che mi incuriosisce di più. A volte ci si bacia, o si simula il bacio con lo sfioro delle guance, per stabilire un atteggiamento di benevolenza. Mi viene in mente come si usmano i camosci, per intenderci: si cerca qualcosa che piace o non piace nell’altro. Se ci pensiamo c’è dunque una forte componente ecologica nel bacio. Con la sola eccezione di Giuda, che fece del bacio una mera fase di transazione commerciale, ci si bacia anche per studiarsi e andare oltre le apparenze degli abiti e delle abitudini. L’abito non fa il monaco e il bacio aiuta a capirlo meglio.

Questo articolo è pubblicato anche sull’Huffington Post.