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Esercizi urbani del XXI secolo

Lo stato di salute di una città si misura anche dalla qualità dei progetti che la rinnovano. Gli spazi verdi devono essere al centro di ogni logica di sviluppo, ma dove l’amministrazione è particolarmente illuminata, spesso il manto erboso va oltre lasciando le piazze per arrampicarsi sulle pareti degli edifici come nelle costruzioni dell’Oasi d’Aboukir a Parigi o di Digby Road a Londra (la parete vivente più alta d’Europa)


Altre volte ancora il verde si snoda per i centri abitati per diventare corridoi in grado accompagnare i ciclisti proteggendoli dal traffico e dalla calura come nella ciclovia di 23 km tra Copenhagen e Albertslund.

Ben 22 municipalità si sono messe in rete per realizzare un sistema ciclistico integrato. Ancora più ambizioso è il  progetto Rio a Madrid si propone di riqualificare il Manzanares allontanando le auto dal fiume e creando una fascia protetta di 45 chilometri.

Il verde stimola il movimento e proprio uno studio condotto dall’università del Governatorato delle Foreste del Regno Unito dimostra che ogni chilometro pedalato apporta un beneficio sociale di 0,4€, permettendo un risparmio annuo del sistema sanitario nazionale di circa 20 milioni. 

Un passo ulteriore si ha quando la città assume la forma dalla foresta con costruzioni di 50 metri che riprendono le sagome degli alberi con pannelli solari al posto delle chiome. Questo non è più un progetto ma una visione. Il tecnobosco sta crescendo davvero a Singapore. Fantascienza? No, per ora mi piace pensare a esercizi concreti di città sostenibili. 

Progettisti italiani, dove siete?
Questo articolo è pubblicato anche sull’Huffington Post.

Mezza provincia di Milano galleggia in Antartide

Un iceberg grande come metà provincia di Milano (circa 710 km quadrati) si è staccato dall’Antartide mettendo in allerta i centri di controllo della navigazione nell’emisfero meridionale.

Il distacco è stato monitorato dall’ottobre 2012 ed è avvenuto gradualmente con una spaccatura simile a un crepaccio. Il “ghiacciolo” ci metterà un bel po’ a sciogliersi, ecco perché è stato lanciato un segnale di allerta a tutti i natanti nella zona. L’evento non va necessariamente interpretato come un segnale di evoluzioni climatiche, fenomeni simili sono abbastanza frequenti, anche se le dimensioni di questo iceberg sono decisamente eccezionali. In questi casi, quello che preoccupa non è tanto la parte visibile, quanto le dimensioni della parte immersa, attualmente non ancora monitorata. I naviganti sono avvisati.

Il distacco ha anche un paio di risvolti naturalistici. Una massa di ghiaccio di queste dimensioni è in grado di influire il microclima dell’area in cui insiste e può in certi casi essere un natante per portare forme di vita, nel caso ce ne fossero, lontane dal luogo di origine.