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Abbandonare è un reato, oltre che da idioti

Si avvicinano le ferie e la scellerata abitudine di abbandonare gli animali prima della partenza.

Dalle tartarughine ai cani, si stimano in almeno 350.000 le vittime di questo massacro della morale e di esseri viventi.  Più della popolazione di città come Bari, Catania, Venezia. Nessuno di quelli che leggono questo blog credo sarebbe mai capace di un gesto tanto crudele, ma magari, proprio chi legge sospetta qualcuno capace di farlo. Girategli questo filmato e fateci due chiacchiere. Fosse anche per un criceto…

Non solo: vedete una macchina abbandonare un animale? E’ penalmente perseguibile: denunciate la targa e fategli una bella foto. Se non ve la sentiste di sporgere denuncia, scrivete a me le circostanze e il luogo, posso farmene carico volentieri.

Hai un cane? Portalo in spiaggia

Mi è capitato di assistere a un caso di discussione tra un gestore di stablimento balneare e una signora infastidita dai cani presenti in spiaggia.

Al di là del fastidio nell’ascoltare le obiezioni della milanesona grondante di pregiudizi, ho dato un’occhiata in rete, scoprendo che almeno la metà dei divieti per i quadrupedi sono invalidi. E’ dunque utile documentarsi per non farsi cogliere impreparati. In linea di massima, in rete si trovano comunque elenchi di spiagge con cani ammessi, basta cercare e informarsi prima di partire.

Vi confesso, che al provocatore che è in me non dispiacerebbe presentarsi lì anche con altri animali un po’ originali, tanto per arricchire un po’ la fauna da spiaggia e scoprire cosa succede.

Il traduttore per animali

Una corrente di scettici sostiene che nessuna specie diversa dall’Homo Sapiens parli. L’affermazione è sensata per quanto riguarda la proprietà di linguaggio, ma  non sul merito della capacità di esprimersi. Lo conferma uno studio pubblicato dall’Università di Siena secondo il quale all’animale si attribuisce in genere la capacità di produrre segni più che di usare un linguaggio nel senso in cui intendiamo normalmente.

Google ha creato un’app che funziona da traduttore per linguaggi animali. L’attendibilità la faccio giudicare a voi.

In ambiti di maggior scientificità, l’etologo Con Slobodchikoff, ha dimostrato che i cani della prateria hanno sviluppato uno spiccata capacità comunicativa tra loro.

Altri studi in circolazione identificano tra le specie animali precise caratteristiche di comprensione delle parole. Qualche esempio:
> i gatti hanno 35 vocalizzi (avete presente i versi che fanno quando puntano un uccello quanto son diversi da quelli del momento in cui chiedono cibo?)
> le galline riescono a comunicare col proprio verso il livello di stress a cui sono sottoposte
> le scimmie hanno due suoni ben distinti per dire “c’è un leopardo” e “c’è un’aquila”
> con 14 segnali, fischi e squittii, i delfini  comunicano tra loro
> il cane è l’animale più studiato, pare che riesca a contare fino a 5 e, se addestrato, può arrivare a identificare 150-200 parole con una notevole capacità di associare suoni a oggetti.

Da domani basta! In Europa stop ai test per i cosmetici

Da domani si smette di fare test sugli animali. Vale (purtroppo) solo per i cosmetici e per l’Europa ma intanto è un primo segnale. Speriamo che sia seguito anche negli altri continenti e che da noi sia anche un primo passo verso una più stretta limitazione anche per la farmacologia.

La domanda successiva sarà alle case di bellezza: andrete a fare i test in Cina?