Stephen Sutton non ce l’ha fatta ad andare oltre. E’ mancato nelle prime ore di ieri mattina. La tua battaglia ci sarà d’esempio. RIP
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Stephen, 19 anni e la battaglia contro il tumore
Stephen Sutton ha 19 anni, è malato di cancro e sta lottando con tutte le sue forze per contrastare il male. Ma non si lascia commiserare. Ha trasformato il suo problema in una raccolta fondi che ha raggiunto il milione di sterline.
Questa è una storia di quelle che non si dimenticano. Grazie per l’esempio!
Quando una storia finisce e tu non puoi farci niente…
Questa è una storia senza un lieto fine. Due persone si vogliono bene e a un certo punto sono costrette a dirsi addio, loro malgrado.
Grande lezione per vivere ogni piccolo momento come fosse l’ultimo. Non c’è nessuna parola da aggiungere. Grazie Angelo, ciao Jennifer.
Toccati le palle: non è superstizione
Si era già detto in queste pagine come uno spot ben fatto e per nulla provocatorio sia stato censurato, nonostante parlasse del tumore al seno, una patologia la cui cura, presa per tempo, vanta un successo del 98%.
Esiste anche l’equivalente maschile, della quale in Italia, probabilmente, non sentiremo mai parlare. Una squadra di rugbysti insegna l’autodiagnosi per il tumore ai testicoli sui teleschermi, con tanto di dettaglio del tipo di ispezione necessaria a scoprire possibili focolai.
“Prevenire è meglio che curare”, recitava uno spot famosissimo. Prevenire è anche un vantaggio in termini di sofferenza, costi, posti letto occupati, qualità della vita, risorse distolte altrove, mi permetto di aggiungere. Sono convinto che imparare a toccare il proprio corpo per conoscerlo è quanto di più ecologico si possa fare verso noi stessi.
C’è anche un paradosso: continuiamo a vedere sventolare tette e culi sugli schermi di ogni genere senza neanche troppo scandalo, quando le tette e le palle che interessano la salute (mia e di qualche milioncino di persone) suscitano sdegno e proteste. Qualcosa non mi torna.
Questo articolo è pubblicato anche sull’Huffington Post.
Non spaventarti, fatti un controllo
Sulla scia dei filmati combinati coi cartelli, un bel messaggio sensibilizza in modo provocatorio la necessità del controllo sul cancro al seno. Nello spot, sono coinvolti anche i maschietti.
In alcuni paesi, tra cui la civilissima Nuova Zelanda, la censura ha colpito pesante impedendone la divulgazione. In Italia, temo di conoscere la reazione se qualcuno iniziasse mai a programmarlo.
Eppure, è dimostrato, il cancro al seno, quanto prima lo si individua e tanto più probabile è il successo della cura: “Quando il tumore è scoperto in una fase precoce, la percentuale di guarigione è vicina al 98%”, conferma Alberto Luini, medico senologo dell’AIRC. Meglio due tette in più TV per parlare di prevenzione o dei decessi che, presi in tempo, potevano essere evitati?