Un albero, in certi casi per la natura, e a volte per la cura dell’uomo, può diventare un’opera d’arte.
Alcuni alberi, poi, sono veri e propri monumenti vegetali, uno spettacolo che diventa la meta di una visita e, a volte, anche un luogo del cuore.
Un albero, in certi casi per la natura, e a volte per la cura dell’uomo, può diventare un’opera d’arte.
Alcuni alberi, poi, sono veri e propri monumenti vegetali, uno spettacolo che diventa la meta di una visita e, a volte, anche un luogo del cuore.
Ci sono comportamenti animali che sono da premiare per il valore di sopravvivenza della specie.
Rimando a un articolo che arriva da una summa di studi di etologia. Le nove lezioni da apprendere:
1- fare più riposini durante il giorno aiuta la concentrazioni (fonte di ispirazione: i gatti)
2- non trascurare gli amici è uno stimolo riduttivo dello stress (pipistrelli)
3- la metodicità dell’ersercizio fisico come la camminata riduce il rischio malattie (criceti)
4- l’appredimento e gli stimoli che ne derivano aumentano il buon umore (mucche)
5- il fair play aiuta a sopravvivere (cani)
6- idem il condividere le informazioni (cetacei)
7- essere più lenti prendendosi l’impegno di fare le cose con calma aumenta la concentrazione permettendo di elaborare più informazioni (uccelli e certi insetti)
8- l’empatia rafforza i legami di ambiente (cani)
9 – un obbiettivo preciso o una forte motivazione aiutano il perseguimento del successo (salmoni).
E’ la prova di fine corso di uno studente di cinematografia, Tobias Haase. Il claim è “certi pericoli possono essere prevenuti”, così l’auto attraversa il paese natale di Hitler e in un fuori luogo storico travolge il bambino che diventerà dittatore.
Sempre ammesso che ci si arrivi, tra più o meno mille secoli la razza umana potrebbe trasformarsi assumendo connotati con occhi di cerbiatto.
A sostenerlo è Alan Kwan, esperto di Genomica Computazionale. In modo non evidenziabile dal rendering, lo studioso sostiene anche che avremo una pelle più pigmentata per meglio resistere all’aggressività dei raggi cosmici e ci avvarremo di nanoteconologie per i difetti relativi a vista e udito, compromessi dalle intense attività spaziali che, prevede lo studioso, coinvolgeranno ogni uomo nel suo percorso lavorativo.
Non esiste e non può esistere un ragno capace di mangiare gatti o cani, a meno che non attingiamo a copioni hollywoodiani.
Eppure qualcuno se l’è bevuta.
Questo articolo è pubblicato anche sull’HuffingtonPost.