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Arriva la prova costume, sei pronto?

Tranquillizzati, non parlo del tuo girovita ma della qualità del costume che quest’anno indosserai andando al mare.

Premesso che il costume migliore è la pelle e sarebbe bello poter fare a meno di involucri, ci sono due elementi da tener presente se si parla di costumi da bagno:
>possono essere realizzati con le peggiori sostanze per l’ambiente perché devono resistere alla salsedine, alle sollecitazioni meccaniche e alle temperature,
>per la ragione di cui sopra sarebbe utile non tenerli a stretto contatto col nostro corpo.

Perché il costume è così pericoloso? Ci hanno sempre fatto credere che la dannosità del costume è l’indossarlo bagnato, ma il vero danno è quello che può essere indotto da allergie e intolleranze alle materie prime con cui è confezionato. Secondo l’American Academy of Allergy, almeno il 3% della popolazione sarebbe allergico ai materiali alla base della produzione, che causerebbero irritazioni, pruriti e, nei casi peggiori, lesioni. La maggior parte dei costumi sono composti infatti da sostanze elasticizzate di origine petrolchimica il cui processo prevede l’immissione in atmosfera di ossido di nitrato, gas responsabile dell’effetto serra 310 volte più pericoloso dell’anidride carbonica. Considerate poi che le sostanze elastiche non sono biodegradabili e richiedono enormi quantità d’acqua per essere prodotte. Praticamente, ogni volta che indossiamo un costume da bagno è come se calzassimo una bomba ecologica sulla pelle.

Nota bene: per l’effetto della sudorazione sull’epidermide, le conseguenze diventano ancora più devastanti se il costume lo si indossa in sauna o bagno turco. Eppure faccio notare che, in certi centri benessere italiani, è vietato togliersi il costume e chi scrive è stato addirittura allontanato dalle terme di Pre St. Didier (Ao) perché due bigotte erano disturbate dalla mia salvietta attorno alla vita senza costume.

La soluzione potrebbe essere quella dei costumi realizzati con fibre naturali o quelli che in qualche modo certificano la provenienza controllata delle materie prime.

Una seconda soluzione, sarebbe quella di cominciare a prendere in considerazione l’idea del bagno come-mamma-ci-ha-fatti. Diffusissime all’estero, le spiagge naturiste o nudiste stanno prendendo sempre più piede.
La mia visione è ancora più personale. Alle spiagge preferisco le scogliere o i torrenti di montagna, dove spesso, con la mia compagnia, sono praticamente l’unico ospite di quel pezzo di Terra. Senza bigotte intorno mi tuffo più contento e il pianeta ringrazia.

Il giro del mondo con National Geographic: sognare è gratis

Attesa dagli intenditori, letta dai viaggiatori, consultata dai cercatori di mete originali, ecco la lista dei Best Trips 2013 di National Geographic. Partendo dall’italianissima Ravenna, passando per Marsiglia Capitale della Cultura, le foreste della British Columbia, fino ad arrivare in poche cliccate il lago Malawi, Quito, Cape Breton, Hudson Valley, i fiordi norvegesi, Valparaìso, Kyoto, le distese del Montana e alla Crimea paradiso degli zar.

Audi, tiene la strada ma scivola sulla pubblicità

Italia Land of Quattro, ma anche Russia e tutti gli altri paesi coinvolti nella nuova campagna Audi che imperversa sul web e sulla carta stampata con immagini di ottima qualità, musica all’altezza dei paesaggi, una voce suadente anche se su un testo completamente scollegato dove mare e montagna, città e paesi si invertono nella corrispondenza voce-video.
Ma la scivolata non è questa: nel bel layout destinato alla carta stampata (quotidiani e magazine) ammiriamo il veicolo impegnato in una strada che però suscita un po’ di fastidio. Se le immagini dello spot video intervallano spezzoni di strade alpine e del garda bresciano invogliando alla guida, il paginone della carta stampata ha come sfondo il Sasso Lungo e il Sasso Piatto dall’angolazione dell’Alpe di Siusi.

Dov’è la scivolata? L’altopiano a pascolo più esteso d’europa è un paradiso per escursionisti, biker, sciatori o semplicemente per chi vuole svaccarsi su un prato a godersi il silenzio delle montagne più belle del mondo. Soprattutto, l’Alpe di Siusi è RIGOROSAMENTE bandita al traffico veicolare privato, potendo accedervi solo in bus o funivia. Possibile che nessun creativo della campagna sia stato sfiorato dal dubbio che non è bello, nel 2013, neanche in fotomontaggio, mostrare il pilota di turno che sgomma in un’area protetta?

La farfalla del Trentino è malata?

Leggo sull’Huffingtonpost una bella intervista di Cinzia Ficco che pare sfatare un mito: il Trentino non è pulito come sembra.

La premessa è in un book trailer.

Chiarendo subito che il Trentino-Alto Adige è quasi una invenzione scolastica che invece è composta da due ben distinte amministrazioni (Trento e Bolzano) e stiamo parlando solo della prima, un libro dei trentini Andrea Tomasi e Jacopo Valenti descrive  in 185 pagine  un territorio macchiato da rifiuti tossici, controllori non controllanti, rischi per ambiente e salute. L’inchiesta parte da Trento, con l’impegno della PM Alessandra Liverani e della Vice Questore Maria Principe schierate sul campo delle indagini.

Il titolo è “La farfalla avvelenata- Il Trentino che non ti aspetti”, lo trovate qui. La farfalla, il simbolo turistico del territorio provinciale la cui sagoma perimetrale è simile all’elegante abitante dei prati in primavera, è davvero malata?

Avendo ben presente il territorio  tra le Dolomiti di Brenta e il Sella (lo amo, è bellissimo, godetevelo in questo spot nazionalee in questo internazionale con Bode Miller), mi domando non senza preoccupazione cosa c’è di vero. Il Trentino è un punto di riferimento per gli appassionati di montagna e se succede qualcosa lì significa che siamo davvero messi male.  Andiamo a vedere punto per punto quanto elencato nel libro inchiesta.
Scorie nel torrente? Vero. Leggi qui.
Discariche di rifiuti tossici? Vero. Leggi qui.
Ordinanza per non consumare acqua? Vero, anche se pur limitata a due casi sporadici. Leggi qui.
Insomma cosa succede al Trentino che ho in testa? Nulla di diverso da quello che succede (purtroppo) nel resto dell’Italia, se non che il senso civico e la diffusione della notizia, grazie a due autori coraggiosi, sta sensibilizzando un territorio che, sono sicuro, farà del proprio meglio per correggere il tiro. 
Si spera il più presto possibile.
Postilla: questo non è un invito a non andare in Trentino. Anzi! E’ esattamente perché voglio continuare ad andare sulle montagne che amo che spero sia fatta la dovuta chiarezza e sia risolto il problema.