Toccati le palle: non è superstizione

Si era già detto in queste pagine come uno spot ben fatto e per nulla provocatorio sia stato censurato, nonostante parlasse del tumore al seno, una patologia la cui cura, presa per tempo, vanta un successo del 98%.

Esiste anche l’equivalente maschile, della quale in Italia, probabilmente, non sentiremo mai parlare. Una squadra di rugbysti insegna l’autodiagnosi per il tumore ai testicoli sui teleschermi, con tanto di dettaglio del tipo di ispezione necessaria a scoprire possibili focolai.
“Prevenire è meglio che curare”, recitava uno spot famosissimo. Prevenire è anche un vantaggio in termini di sofferenza, costi, posti letto occupati, qualità della vita, risorse distolte altrove, mi permetto di aggiungere. Sono convinto che imparare a toccare il proprio corpo per conoscerlo è quanto di più ecologico si possa fare verso noi stessi.
C’è anche un paradosso: continuiamo a vedere sventolare tette e culi sugli schermi di ogni genere senza neanche troppo scandalo, quando le tette e le palle che interessano la salute (mia e di qualche milioncino di persone) suscitano sdegno e proteste. Qualcosa non mi torna.
Questo articolo è pubblicato anche sull’Huffington Post.

Dove andare domenica: Palanzo e Palanzone

Domenica uggiosa e inizio del foliage tra i boschi affacciati sul lago di Como. Se cercate atmosfere che avrebbero fatto impazzire Stendhal, puntate a Faggeto Lario e raggiungete la frazione Palanzo. Per certi aspetti è come buttarsi in una macchina del tempo.
La veduta dalla Madonna del Soldo è notevole per come pare di essere sospesi su un fiordo, chi vuole può anche salire fino al Palanzone con una facile passeggiata. In paese vi consiglio di visitare l’atelier di Walter, lo scultore che ha carpito alla natura il segreto di riprodurre le foglie.
Trattorie in zona non ne mancano. E se cercate un posto dove dormire in deliziose stanzette rivestite in legno e battezzate con nomi di pittori paesaggisti, provate qui e dite pure che vi mando io.

Non spaventarti, fatti un controllo

Sulla scia dei filmati combinati coi cartelli, un bel messaggio sensibilizza in modo provocatorio la necessità del controllo sul cancro al seno. Nello spot, sono coinvolti anche i maschietti.

In alcuni paesi, tra cui la civilissima Nuova Zelanda, la censura ha colpito pesante impedendone la divulgazione. In Italia, temo di conoscere la reazione se qualcuno iniziasse mai a programmarlo.
Eppure, è dimostrato, il cancro al seno, quanto prima lo si individua e tanto più probabile è il successo della cura: “Quando il tumore è scoperto in una fase precoce, la percentuale di guarigione è vicina al 98%”, conferma Alberto Luini, medico senologo dell’AIRC. Meglio due tette in più TV per parlare di prevenzione o dei decessi che, presi in tempo, potevano essere evitati?

Quanto di più vicino al volo spaziale potrai provare

Questo è il primo weekend di programmazione di Gravity, il film di Alfonso Cuaròn con Sandra Bullock e George Clooney, astronauti nello spazio prossimo al nostro pianeta.

L’ho visto ieri alle anteprime, invogliato dall’argomento a immergermi in una poltrona di una sala IMAX 3D. Andateci, se potete, ve lo consiglio. Se avete un cinema attrezzato in zona, investite anche nel 3D, perché è quanto di più vicino a una missione spaziale potrebbe capitarvi di vivere. Non solo. E’ anche uno degli spettacoli dal più forte messaggio ecologico a cui abbia mai assistito. Sul punto di vista cinematografico, non sono un critico e cito volentieri chi è più titolato di me.
“Per ritrovare tanta forza espressiva in un film di fantascienza – dice Curzio Maltese citando Ridley Scott – bisogna tornare al mitico Blade Runner. E in Gravity si vedono cose che noi umani non potevamo immaginare.”

Piuttosto mi concentro sul messaggio, stupefacente, lanciato dal regista che è anche l’autore della sceneggiatura. Per la quasi totalità del film si vede galleggiare l’astronauta Bullock con la Terra sullo sfondo e vi sembrerà di essere lì con lei. Il silenzio è, a tratti, assordante. Sono un bambino, lo ammetto, ma veder nel mezzo della sala l’astronave e sullo schermo la Terra, cambia il tuo punto di vista.

Ogni cosa là fuori può essere una minaccia e la presenza del pianeta azzurro rassicura. Il lieto fine non è affatto scontato e l’ultima scena riesce a sorprendere per la sensorialità di una mano, che non posso qui rivelare di chi sia, che affonda le sue dita nel fango. Continuo con Curzio Maltese, nel punto in cui il critico e il documentarista si incontrano.
“Sbalorditivo nell’avvio, noioso nella parte centrale – dissento ma rispetto –  Gravity si risolleva con un finale stupendo…all’insegna di una salto all’indietro dalla fantascienza alle origini della specie.”
Il messaggio, potente e irrevocabile, davvero difficile da non riuscire a cogliere: attenti ragazzi, vista da lassù la Terra con la sua atmosfera è l’unico grembo in grado di ospitarci e proteggerci. Se indeboliamo o uccidiamo la Madre, non ce ne sarà una seconda. E’ la legge della Natura da cui è impossibile scappare e che è stupido ignorare.
Questo articolo è pubblicato anche sull’HuffingtonPost.

Il lago degli animali pietrificati

Non è il titolo di un film horror ne l’ultima puntata di un seriale noir.

Le immagini arrivano dalla Tanzania, precisamente dal lago Natron.
Il fotografo Nick Brandt ha documentato il fenomeno naturale della calcificazione con una serie di scatti. Ovviamente le carcasse degli animali sono state recuperate sulla costa e solo poi messe in posa. La loro morte era sopravvenuta per effetto delle combinazioni letali presenti nel lago.

Il suo libro è acquistabile. Attenti però a regalarlo, potrebbero pensare che avete il gusto del macabro.

3 minuti in pausa pranzo: Compra, seppellisci, brucia

“E’ solo se lo guardiamo più da vicino che iniziamo a vedere l’effetto dei nostri consumi. Ogni prodotto lo compriamo, lo seppelliamo, lo bruciamo. Ora non possiamo più ignorarlo. La natura funziona costruendo e distruggendo, costruendo e distruggendo, costruendo e distruggendo. Noi continuiamo a immettere nell’ambiente cose che non si degradano”.

Trashed è un film documentario che denuncia la situazione dei rifiuti partendo dalla causa di tutto: il consumo eccessivo che parte dal nostro carrello della spesa. Il protagonista è una delle celebrity cinematografiche planetarie.

Dopo Rutger Hauer con i cetacei, anche Jeremy Irons usa la macchina da presa per denunciare una situazione di forte imbarazzo per l’impatto dei nostri consumi sul pianeta.