Dove domenica? Un giorno d’autunno nel Parco sull’Arcipelago

Una domenica d’autunno nel Parco dell’Arcipelago Toscano è uno stimolo a scoprire uno dei gioielli insulari del Bel Paese. Dimenticate folla, negozi, traffico. Scegliete la più piccina delle isole, Giannutri. Una leggenda racconta che riemersero quando una dea perse una collana in mare e le perle tornarono in superficie con la forma di questi magici scogli. Forse questo era il monile più prezioso e aggraziato.
Come tutti i gioielli, non è per tutti ed è necessario prenotarsi per goderne. ll giro dell’isola è una magnifica passeggiata nella macchia mediterranea. Gli scorci di sole e la quiete delle calette cristalline sono un invito all’ultimo bagno della stagione. C’è anche una chicca: I resti romani di Villa Domitia non sono visitabili, ma con un po’ di educazione e attenzione…

L’isola breve del terremoto

Il terremoto in Pakistan dello scorso 24 settembre ha scatenato una forza che ha smosso i sismografi al 7,6 della scala Richter e ha prodotto un effetto raro ma non impossibile. Dopo la clamorosa scossa, all’orizzonte è apparsa un’isola.

Alta una ventina di metri e lunga circa duecento, ha attratto la curiosità del mondo scientifico e non. La Terra ha circa 4.5 miliardi di anni e la sua crosta si muove a velocità impercettibile nella scala umana, durante la quale la vita di un individuo non è che una frazioncina insignificante di questo tempo. Proprio per questo, fenomeni che si manifestano a questa velocità sono rarissimi.

Stando all’opinione dei geologi, con la stessa velocità, l’isola molto simile a un vulcano di fango potrebbe scomparire.

Se ti dicono “sei un animale” potrebbe essere un complimento

Ci sono comportamenti animali che sono da premiare per il valore di sopravvivenza della specie.
Rimando a un articolo che arriva da una summa di studi di etologia. Le nove lezioni da apprendere:

1- fare più riposini durante il giorno aiuta la concentrazioni (fonte di ispirazione: i gatti)
2- non trascurare gli amici è uno stimolo riduttivo dello stress (pipistrelli)
3- la metodicità dell’ersercizio fisico come la camminata riduce il rischio malattie (criceti)

4- l’appredimento e gli stimoli che ne derivano aumentano il buon umore (mucche)
5- il fair play aiuta a sopravvivere (cani)
6- idem il condividere le informazioni (cetacei)

7- essere più lenti prendendosi l’impegno di fare le cose con calma aumenta la concentrazione permettendo di elaborare più informazioni (uccelli e certi insetti)
8- l’empatia rafforza i legami di ambiente (cani)
9 – un obbiettivo preciso o una forte motivazione aiutano il perseguimento del successo (salmoni).

Cosa ricorderemo della Costa Concordia?

Ok, Schettino e la vergogna di parlare la sua stessa lingua. Poi?

Di fronte alle immagini del recupero non ho potuto che elogiare la professionalità della squadra, però confesso che tenevo tutte le dita incrociate. Nel mio post precedente ero cosciente della professionalità di chi era coinvolto (cito dal pezzo: “fanno cose straordinarie, dico davvero”), auspicavo la bontà del manufatto (“spot favoloso per la Fincantieri che l’ha costruita”) e dichiaravo il risultato che tutti speravamo (“Per il bene della natura isolana, spero che lo sfidante recuperatore vinca”). Ora il risultato del lavoro è lì da vedere. Ma non è finita qui.

Senza disfattismi o minimizzare, era e rimane comunque lecito porsi delle domande. È catastrofismo? No, realtà. Una necessità umana quella di puntare al meglio (cito uno dei miei critici, che ringrazio: “Operazione recupero effettuata”) rimanendo però pronti anche al peggio, perché alla Natura le stiamo combinando sempre più grosse e queste operazioni sono un esempio di come potremmo (dovremmo) arginare lo scempio che qui, per bravura (lo dico ora ora che la vedo facendo i complimenti al lavoro di squadra) e fortuna non si è manifestato.

Mi rimane un dubbio sul fatto del grattacielo che hanno raddrizzato al Giglio: lì parlano i dati. Ha davvero senso costruire queste città galleggianti quando la loro unica ragione di esistere è rispettare le economie di scala delle compagnie di crociera? Ho ben impresse le immagini di questi colossi galleggianti con gli scatti di Gianni Berengo Gardin. Non essendo un commissario tecnico, un esperto di marketing, o un allenatore di calcio (le categorie in cui molti italiani si riconoscono, ma io no perché farei solo casini) lascio la risposta al buon senso.

Prima o poi dovremo responsabilizzarci sul fatto che le operazioni davvero di successo sono quelle che il danno lo prevengono anziché ripararlo. E che, soprattutto, non tutto si può riparare e risarcire, perché non siamo (ancora) in grado di bere o mangiare i soldi.

La lattina Concordia sullo scoglio Giglio: il recupero spiegato a mia mamma

Quando vai in canoa, se colpisci un masso e la corrente ti spinge contro la roccia mantenendoti poi nella posizione, per quanto robusta sia la canoa, lo scoglio sará comunque più rigido e in grado di provocare l’incravattamento dell’imbarcazione. Definizione di “incravattamento”: la carena sollecitata dalla spinta dell’acqua prende la forma del masso quasi avvolgendolo come una cravatta su un collo. Facendo le dovute proporzioni, posso sbagliarmi ma ho la sensazione che tra poche ore potremmo avere la dimostrazione che la spinta di un anno e mezzo di onde ha incravattato la canoa Costa Concordia allo scoglio Giglio. Cosa cambia se è incravattata o no? Semplice: potrebbe rompersi.

Il bell’articolo dell’HuffingtonPost ci fornisce con una documentaristica ricchezza di particolari tutte le forze in campo, omettendo ahimé che la nostra canoa è due volte e un pezzo il grattacielo della Pirelli di Milano, o il cupolone di San Pietro, se preferite.

Grattacielo, cupolone e Concordia, però, non sono di un unico pezzo, mentre lo scoglio Giglio sí. Lo dimostra la facilità con cui si è aperta la canoa mentre Schettino giocava alla Love Boat. Come paventato da chi è molto più tecnico di me, vedo l’operazione rischiosa e sempre di più come una sfida. Effetto possibile: far aprire lo scafo come fosse una lattina e rovesciare il contenuto di un grosso supermercato per 5000 persone sulla costa del Giglio. Morale: un disastro per il Parco dell’Arcipelago Toscano. Soluzione di emergenza ipotizzata: mettere una barriera galleggiante in superficie. Come dire: faccio l’amore e metto il profilattico, ma solo nella parte alta del mio membro, sperando che non scenda nulla. Non son sicuro sia la soluzione migliore.

All’indomani della notizia della decisione di recuperare lo scafo affidandosi ai superuomini di Micoperi (fanno cose straordinarie, dico davvero, ma questa non era mai stata tentata), avevo proposto a Costa un documentario sull’operazione. Pur gentile, la risposta fu “no”. “Meno se ne parla e meglio é, tanto più se il progettato recupero sarà veloce e indolore” sottintendeva il comprensibilissimo diniego.

Magari la Concordia sarà drittissima, con uno spot favoloso per la Fincantieri che l’ha costruita. Di fatto se ne sta parlando in tutto il mondo e stiamo per scoprire se il canoista Schettino (sapete che è famoso anche all’estero per la sua brillante manovra proprio nel centenario del Titanic?)  passerà alla storia anche per l’incravattamento più ingombrante della navigazione.

Per il bene della natura isolana, spero che lo sfidante recuperatore vinca, ma non dimentichi che cinque secoli fa, un tale Leonardo da Vinci, raccomandava, quando si parla di mare, di anteporre sempre l’esperienza alla scienza delle teorie. Non essendoci esperienza in materia, non ci resta davvero che sperare.

Questo articolo è pubblicato anche sull’HuffingtonPost.

Il senso di un fiore giallo

Stiamo girando un documentario sulla Sacra Famiglia di Cesano Boscone.

Oggi le riprese erano in uno dei reparti più impegnativi, gli ospiti hanno problemi psicomotori gravi e gravissimi. Questo non toglie nulla alla eccezionalitá delle persone che qui vivono, lavorano, fanno volontariato. Ad un certo punto é passata una ragazza e teneva in mano un fiore giallo. In tutto il giorno non ha parlato con nessuno. Ha solo fissato il suo fiore come fosse un mondo speciale creato tutto per lei. Mi son reso conto che a volte non dedico abbastanza tempo ai fiori gialli…

Tra i record c’è quello di infilarsi serpenti in corpo

Siamo un mondo di originali. L’originalità sfuma nella pazzia quando si parla di record e in particolare di tentativi di entrare nel Guinness. Avete mai fatto un giro nella galleria lleria dei record che impressiona con l’individuo più piccolo del mondo, il più vecchio, pesante, lungo, tauato, flessibile etc etc, per arrivare poi al coniglio più grosso, il bacio più lungo, l’uomo che si è infilato più serpenti e vermi in corpo…? Sì, avete letto bene.

Dategli un’occhiata se avete lo stomaco di arrivare in fondo, dopo questa carrellata forse il vicino di scrivania particolare o il condomino estroso sembrerà un po’ meno fuori bolla.
Nel caso foste tentati di stabilire anche vii un record, nel link trovate il necessario per concorrere. Poi fatemelo sapere, però.

Sindrome da rientro: come non ricominciare a pezzi

Le vacanze sono ormai un ricordo per la maggior parte di noi. Se partiamo dalla certezza che il periodo di stacco è stato un toccasana, gli esperti suggeriscono di non sottovalutare gli effetti del rientro.

La ripresa dei ritmi lavorativi dopo il riposo può avere effetti negativi sul fisico e sulla psiche, la psicologia d’oltreoceano l’ha definita post Post-vacation Blues e da noi è conosciuta come Stress da rientro.
Gli psicologi ci confortano sostenendo che è normale subire un certo sovraccarico. È la natura stessa del nostro corpo a reagire con sintomi più o meno evidenti come mal di testa, nervosismo, sonno disturbato, malinconia, effetti conseguenti alla variazione repentina dei ritmi e dell’ambiente.

Qualche rimedio può essere d’aiuto a ridurre lo stress. Qualche esempio: >Concentrarsi nella fase iniziale della ripresa alle attività più gratificanti. >Ricominciare gradualmente.
>Darsi delle priorità e se possibile individuare per ogni argomento la strategia per affrontarlo.
>Evidenziare gli aspetti positivi dell’attività.
>Cercare, per quanto possibile, di permettere al fisico di sfogarsi con esercizi anche semplici come la camminata.
>Mantenere un’alimentazione sana ed equilibrata.
>In fase di pianificazione delle ferie privilegiare il frazionamento in più momenti durante l’anno, immaginando magari, al posto di un solo stacco estivo, weekend lunghi fuori stagione con beneficio per la rottura della routine oltre che per il portafoglio.
>buttarla sul ridere, come in questo blog dal già provocante titolo “memorie di una vagina“.

Aggiungo un rimedio molto personale che non ho trovato consultando siti specifici ma che, vi garantisco, funziona: frequentare gente positiva e pianificare attività coinvolgenti come corsi di scrittura, pittura, fotografia e altre attività che assecondino le passioni.

Non c’è niente come tenere alta la creatività e il buon umore per contagiarsi di allegria e continuare a vedere il bicchiere del rientro mezzo pieno dopo che l’altra metà ce la siamo scolati in vacanza.

Questo articolo è pubblicato anche sull’HuffingtonPost.

Domenica dove? Passeggiata nei vecchi tunnel

In Liguria, tra Levanto e Bonassola, hanno convertito i vecchi tunnel ferroviari in percorsi pedonali e ciclabili. Il risultato apprezzabile é quello di potersi muovere lungo la costa senza problemi di pendenza e sbucando ad ogni apertura in un quadro di colori e profumi di macchia mediterranea.

Dimenticandosi l’auto e raggiungendo le localitá del percorso in treno (la linea ora corre in nuove gallerie più a monte), basta un rifornimento di acqua e focacce per spuntare di nuovo in un estate tutta privata.
Le vecchie gallerie, risalenti al 1874, sono uno spunto anche per gli appassionati di archeologia industriale.