La casetta sul fiume

C’è una casetta sul fiume.

Se non fosse per il timore delle piene che l’hanno spazzata via cinque volte, potrebbe essere il sogno di chi ama addormentarsi abbracciato solo dal fruscio del vento e dalla voce dell’acqua. Per la cronaca si trova sulla Drina, il fiume tra Bosnia e Serbia.
Qualcosa di simile abbiamo anche noi sul Po, però in versione galleggiante.

Anche qui il fascino non manca, con in più la certezza di essere al sicuro visto che, in caso di piena, la casa galleggia restando ben ancorata alla riva. Il risveglio in compagnia degli aironi è garantito. Basta andare al Ponte della Becca, a pochi chilometri da Pavia sulla foce del Ticino nel nostro principale fiume, per trovarne alcune di molto interessanti. Dalla città è anche una bellissima pedalata.

Una curiosità: esistono anche prototipi di case galleggianti autosufficienti, grazie al vento e alla corrente.

Quel che non sorprende, però, è che lo sfruttamento della corrente dei fiumi non è una novità, ma è ben conosciuto da chi ha visto le vecchie foto dei mulini sul Po.

Sull’Adda esiste invece si trova il traghetto di Imbersago, che si sposta da una parte all’altra solo sfruttando lo scorrere dell’acqua. Fu perfino ritratto nelle tavole di Leonardo da Vinci.

Dimostrazione che le buone idee, prima o poi, tornano a galla.

Pane, fattelo in casa buono e conveniente

La cucina ai tempi della crisi cambia vocazione per riscoprire manualità con ingredienti genuini e acquistati direttamente dai produttori. Era sul Corriere di qualche tempo fa la notizia che il pane fatto in casa batte la crisi e vince col gusto. Stessa autrice e stesso argomento settimana scorsa, questa volta con estensione a yogurt e marmellata, con la conferma che almeno un italiano su tre produce alimenti in casa. A riprova, i dati ISTAT confermano che se cala la spesa in generale degli alimentari (-1,5%), aumenta invece quella per gli ingredienti base (farina +8%, uova +6, burro +4).
Qualcuno ha guardata anche al portafoglio e alla salute: conti alla mano, parrebbe che farsi il pane permette di risparmiare fino al 310% e garantisce la certezza di ingredienti genuini. Di sicuro, poi, il pane dura, se ben conservato, fino a una settimana.

Sì, anche io, una volta alla settimana

La ricetta tradizionale è davvero semplicissima, perfino nel forno tradizionale e in molti siti è proposta con dettagliati passaggi fotografici a prova di dilettante. Le idee per poi personalizzare il risultato sono infinite. Può perfino diventare un gioco per i più piccoli che apprezzano qualcosa fatto da loro riuscendo a valorizzare un cibo di forte tradizione.

Fare il pane educa

Non dimenticherò mai un giorno trascorso a scrivere un racconto in una scuola elementare di una borgo della Brianza, Missaglia. Alla mia domanda “Cosa vi piacerebbe succedesse nel futuro al vostro paese”, la risposta spiazzante di bimbo è stata “Vorrei che nelle vie si sente ancora il profumo del pane”. Nulla da aggiungere.

La spesa e il lavoro: iniziamo a cambiare, adesso!

Qualche altra idea al volo da Fà la cosa giusta! Gli spunti per iniziare a cambiare o continuare a farlo non mancano, nemmeno per chi vuol vedere le cose in modo diverso e diventare un ecoimprenditore, voi che ne dite?

Gaia organizza catering con prodotti bio in confezioni eco-friendly

Sì, in un primo momento ho creduto fosse uno scherzo, invece…
Camminare è anche un modo per fare (e coltivare) amicizie
Scende la notte e si accendono gli occhi (led a basso consumo)
Meno bottigliette in giro: l’acqua dal rubinetto scende migliore e più controllata
Idem come sopra: perché pagare il flacone se possiamo usare quello vecchio?
Merende croccanti e salutari dall’Alto Adige con BioSüdtirol
La spesa in fattoria? Conviene per prezzi e qualità
Vecchi noiosi imballi diventano nuovi coloratissimi pouff
Nessun animale ai tuoi piedi, solo ottimo artigianato
Quante cassette potete chiedere gratis a un fruttivendolo? Tutte lampade, librerie, mobiletti…
I mattoni o i coppi di un edificio in rovina han già fatto il callo al tempo e sono, anche qui, gratis
I mobili sono ricavati da scatoloni di cartone 100% riciclato
Qualche idea di ecoturismo: in Abruzzo sui sentieri del lupo e dell’orso
… e in Lombardia di gusto in gusto tra cascine e foreste
Il tutto condito con la buona musica di Babel in fiera

Un superECOmercato a Milano

Ancora una volta Fá la cosa giusta! dá spunti curiosi e originali. Su quel confine strano che è riciclo e buongusto c’è un mondo di idee per distinguersi e per un regalo davvero particolare.
Qualcosa si é visto con chi ricava lampade da caffettiere, orologi da pale di vecchi ventilatori e ferri da stiro. Il ragazzo è un quasi ingegnere aerospaziale, ha fatto anche il giocoliere e non ha paura a misurarsi con l’originalità.

Luca di Usedesign con una sua creazione 

Oppure lampadari, librerie e portaoggetti da vecchi tubi di idrante. Chi poteva pensarci se non due designers che han visto risorse dove altri vedevano rifiuti industriali da smaltire?

L’idea illuminante di Claudio e Manuel di Hdesignfirm

O ancora ritaglia camere d’aria e copertoni per borse, cinture e portafogli. Il risultato? Due geniali ecoimprenditori sono contenti quando forano. Non ho resisitito e mi sono comprato una cintura fatta con la gomma di una bici.

Carlo e Cristina di Charly Clothing Recycle

Per gli appassionati del subbuteo, perché non farselo coi tappi di bottiglia? Ma gli stessi designer hanno altre idee geniali per amplificare l’iPhone e vestire i bambini all’asilo con camicie di altissima qualità.

Il Subbuteo, una delle “idee spazzatura” di Acquapotabile

I divani? si possono fare con i pallet provenienti da foreste responsabili. Il progetto non è solo ecologico ma ha anche un risvolto sociale di tutto rispetto.
Non contenti, compensano quote con pioppeti in Appennino.

Un angolo di casa fatto con i pallet industriali

Poi uno spunto coloratissimo e sempre gradevole: le borse fatte coi teloni delle maxipubblicità, banner e cinture di sicurezza. Esiste in varie forme, perfino in versione portacomputer.

Banner pubblicitari e cinture di sicurezza gli ingredienti di Garbagelab

Risparmia DA SUBITO senza costi e senza cambiare la tua auto

Ti senti responsabilizzato perché gli spot ti sventolano inquinamenti irrisori dei nuovi modelli.
Ti rendi conto che ogni pieno costa sempre di più.
Ti guardi attorno e c’é un sacco di gente con il nuovo modello XYZ e ti domandi se è vero che consuma molto meno del tuo.
Attento alle ecofrottole delle pubblicitá! L’auto che non inquina e non consuma non esiste e tu stesso puoi iniziare a consumare meno DA SUBITO senza cambiare veicolo e aumentare il parco auto circolante.

Fai un esperimento: attieniti a queste dieci semplici regole e scopri giá dal prossimo pieno che potresti avere una percorrenza bonus fino al 10% in più solo per aver cambiato stile di guida.

Le regole per risparmiare:
1- Limita il peso all’indispensabile, inutile andare in giro stracarichi di roba che non serve
2- Evita di tenere montate barre e portapacchi che peggiorano l’aerodinamica
3- Evita di usare l’auto in percorsi brevi, in fase di riscaldamento il motore produce più fumi
4- Controlla regolarmente la pressione delle gomme, tenerle un po’ più gonfie é meglio che sgonfie
5- Sottoponi l’auto alla manuntenzione periodica, l’elettronica è una brutta bestia se si mette a far le bizze
6- Non strangolare il motore con marce basse e numeri di giri elevati, trattalo come fosse una voce da ascoltare piacevolmente ai regimi medi
7- Limita al minimo l’utilizzo di accessori come l’aria condizionata alle basse velocitá e al contrario usala tenendo i finestrini alzati a velocitá maggiori, quando il motore produce più energia e l’aerodinamica diventa determinante
8- Previeni la condotta considerando distanze e semafori-code iniziando a decelerare prima, appena poi scatta il verde accelera sempre con gradualitá come se ci fosse un uovo tra la tua suola e l’acceleratore
9- Se il tuo veicolo é dotato di computer di bordo, ingaggia con lui una gara al cusumare meno selezionando sul display il sensore di riferimento
10- Non superare i 110 kmh, il consumo oltre questa velocità aumenta più che proporzionalmente e il tempo di percorrenza non ne risente più di tanto
Aggiungo una regola molto personale:

11- Sei proprio sicuro che non potevi usare la bici, un mezzo pubblico o condividere l’auto con gli amici? Per quanto ti sforzi di limitare consumi e inquinamento, il passo più naturale e salutare é il tuo, pensaci.

Fà la cosa giusta

Da domani a domenica a Milano si può fare la cosa giusta. L’evento è la piccola grande fiera che ci piace molto perché dedicata alle cose utili e che strizzano l’occhio al pensare verde.
Trovi qui il catalogo degli espositori.

I 6 euro di ingresso sono ampiamente ripagati dalle idee che se ne possono trarre, dall’arredamento alla tecnica, dalle curiosità ai libri, non escludendo il cibo, con delle chicche provenienti un po’ da tutta Italia.
La fiera, giunta alla decima edizione, sará ques’anno destinata alla mobilitá sostenibile.
Andare in ufficio, a scuola, a fare la spesa, partire per le vacanze… Sono azioni che fanno parte del nostro quotidiano e che inevitabilmente ci pongono di fronte a scelte pratiche che hanno un più o meno rilevante impatto ambientale. Scegliere se utilizzare i mezzi pubblici piuttosto che l’auto privata, il treno piuttosto che l’aereo, il bike sharing o un veicolo elettrico rappresentano una reale opportunità per fare la cosa giusta! Momenti di confronto culturale e di esperienza pratica si alterneranno.

La sezione speciale 2013 “Mobilità sostenibile” sarà organizzata in collaborazione con via Foppa 49 e ospiterà al suo interno Elettrocity, la cittadella della mobilità elettrica. Un’ampia superficie, allestita con un circuito prova, all’interno dei padiglioni fieristici, dedicato a auto, micro car e due ruote, tutte rigorosamente elettriche e tutte rigorosamente da provare! La presenza di Elettocity sarà occasione per discutere sulla mobilità elettrica: sulle sue evoluzioni e innovazioni.

L’universo bici sarà altrettanto rappresentato attraverso la presenza di produttori, associazioni di ciclisti e istituzioni. Grazie alla collaborazione con La Stazione delle Biciclette, verrà strutturata un’intera area dedicata al mondo delle due ruote; sarà infatti presente all’interno dei padiglioni fieristici una vera e propria ciclofficina, dove poter imparare a riparare la propria bici e a far fronte a tutti gli imprevisti quotidiani. Tutti i bambini presenti potranno iniziare ad avvicinarsi al ciclo e testare le proprie abilità grazie a piccole bici in legno e a laboratori dedicati. A disposizione di tutti i visitatori inoltre, un’area relax dove riposo e lettura abbracceranno le due ruote grazie alla bici-divano e alla bici-libreria.
coerentemente, a tutti coloro che verranno a Fa’ la cosa giusta! in bicicletta sarà messo a disposizione un ampio parcheggio bici.

Nuovo papa, vecchi segreti

Benedetti da un clima salubre e da una natura rigogliosa, i castelli romani sono sempre stati una specie di paradiso in terra. Uno dei borghi che costellano questi colli è però più vicino al paradiso di altri: il riferimento è naturalmente a Castel Gandolfo,  sede del palazzo pontificio. Quando si parla della residenza papale, in realtà non ci si riferisce solo a un palazzo ma una serie di edifici che comprendono, oltre alla succursale della Santa Sede, anche stalle e ville circondate da un giardino magnifico e architetture raffinate che culminano in 4 osservatori. Davvero possiamo affermare che, dalle stalle alle stelle, non manchi nulla sul crinale svettante a ridosso del lago Albano, il bacino lacustre vulcanico più profondo d’Italia.

Come la maggior parte degli edifici nobiliari, quello di Castel Gandolfo passò di mano parecchie volte prima di trovare la proprietà definitiva che ne segnerà il destino. Nel 1604 la Camera Apostolica acquista il complesso architettonico e, dopo un’accurata ristrutturazione consona al nuovo rango, nel 1626 Urbano VIII parte per la sua prima villeggiatura nel nuovo palazzo d Castel Gandolfo. Dopo quasi un trentennio, perfino Gian Lorenzo Bernini aggiunge del suo sistemando la piazza con la fontana. E’ in quel momento che Castel Gandolfo inizia ad essere la meta preferita di cardinali e prelati della curia romana nonché luogo di villeggiatura dei Papi fino al 1870. Da quell’anno il palazzo rimane inutilizzato fino al 1929, quando ne viene riconosciuta la proprietà al Vaticano. Lo Stato italiano concede alla Santa Sede anche le ville Barberini e Cybo. Subito dopo, Papa Pio IX dispone che palazzi, giardini e capolavori presenti nelle ville tornino al loro antico splendore. Anche i quattro osservatori astronomici ritornano alla Specola Vaticana, affidati ai padri gesuiti.
Considerando il rango dell’ospite principale, viene spontaneo chiedersi se il complesso abbia dei segreti. La risposta è “forse sì”. Sicuramente ci sono delle accortezze non a tutti note, a partire dalle vie di transito. Ad esempio, una serie di corridoi è in grado di garantire la sicurezza dl Papa con vie di fuga e accessi di sicurezza per la guardia pontificia.

Ma quali altri segreti cela il palazzo del Papa fuori dal Vaticano? Rimanendo in tema di passaggi segreti dovrebbe esistere un collegamento che addirittura scende fino al lago. Di questi collegamenti se ne fece uso durante la guerra mondiale, quando le peculiarità del palazzo, furono sfruttate per gli eventi legati alla storia recente italiana.

Approfittando dell’extraterritorialità, alcune famiglie di ebrei trovarono rifugio tra le mura all’indomani dell’8 settembre 1943. Dopo lo sbarco alleato ad Anzio del 22 gennaio 1944, anche gli abitanti di Castel Gandolfo, di Albano e dei paesi limitrofi, per un totale di qualche centinaio di persone, si rifugiarono nel complesso. Tra i politici ci fu anche Alcide De Gasperi, pur se per un breve periodo. Ancora testimonianze ricordano che Pio XII mise a disposizione il suo appartamento per le partorienti. Nella sua camera da letto adibita a sala parto nacquero in quel periodo circa 50 bambini.
Venendo a tempi più recenti, si ricorda ancora che Papa Giovanni XXIII si concedeva delle passeggiate uscendo dalla villa in incognito. Aveva l’abitudine di lasciare il complesso da un cancello secondario per fare giri nei dintorni. Una suora irlandese che lo ebbe in cura racconta che un giorno il Roncalli incontrò una coppia di signore che lo scambiarono per un sosia. Sicure di non essere sentite, commentarono che un Papa non poteva sicuramente essere tanto piccolo e bruttino. Il Papa buono, di indole bergamasca e dotato di una certa presenza di spirito, non sarebbe stato zitto e avrebbe risposto alle due che il conclave non era certo un concorso di bellezza. Una domenica mattina, mancava poco all’Angelus, si erano addirittura perse le sue tracce. Tutti si tranquillizzarono solo quando lo localizzarono vicino al lago di Albano e, appena un quarto d’ora prima dell’inizio della preghiera, si materializzò nel palazzo.
Paolo VI  si ritirava qui in riposo spirituale. Solo dopo una settimana riprendeva la sua naturale attività. Morì proprio a Caltel Gandolfo il 6 agosto 1978 e per tre giorni la salma rimase esposta nel paese, sino a quando un semplice carro funebre del Comune trasferì la salma a Roma.
Un altro grande camminatore era Karol Wojtyla. Usciva dal palazzo pontificio a piedi e faceva lunghe passeggiate. Pare che il Papa salutasse tutti e scherzasse con i bambini del paese, chiamandoli per nome grazie alla confidenza presa con gli anni. Durante il suo pontificato fu realizzata anche la tanto chiacchierata piscina. In realtà fu il risultato di una sponsorizzazione e, a chi lo criticava per la scelta, il Papa rispondeva scherzando che, se non si fosse tenuto in forma, un conclave per la sua successione sarebbe costato decisamente di più. Pare che l’abbia usata fino agli ultimi anni della sua vita e addirittura, mentre il suo entourage si ritirava stanco al termine delle trasferte, lui chiudeva spesso la sua giornata con una nuotata.
Anche Benedetto XVI ha lavorato molto nella quiete della villa pontificia. Non a caso si è ritirato, almeno per il momento, qui. Non manca, neppure per lui, la passeggiata quotidiana, con l’aggiunta di una pausa al pianoforte, quando nel cortile scendono con grazia Papale le note di Bach, Mozart e Beethoven, i suoi compositori preferiti.
Ora?

In Vaticano nulla si trasforma troppo velocemente e il recente terremoto non ha portato grandi scossoni fino a qui. L’aspetto più evidente è che la Guardia Svizzera non presidia più il portone, ora sorvegliato dalla gendarmeria vaticana e dai carabinieri. I pontifici con le loro uniformi colorate si sono ritirati lasciando un uomo che, dopo molti secoli, ha avuto il coraggio di fare un passo indietro per il bene comune.

Un illustre inquilino dunque c’è, ma non è più Papa.
In attesa di un nuovo pontefice, il suo predecessore aspetta con un drappello di giardinieri, fattori e manovali specializzati che conservano al meglio le ville e il parco. Un’ultima curiosità che ha qualcosa di misterioso: proprio il parco e il complesso sono riforniti da ben quattro acquedotti, perché? Il suolo vulcanico lascia scorrere così tanta acqua o c’è un qualche segreto che colli romani celano bene lontano dai corvi di Roma?


Minitalia, la penisola in un giorno e riciclare è un gioco

Sono stato con due amici piccoli (8 e 6 anni) a visitare il parco tematico Leolandia Minitalia e ho scoperto che il riciclare i rifiuti, qui, fa parte del gioco. Bello no?
Altrettanto bello che in un parco, ai divertimenti tradizionali, si affianca una penisola italiana con tutte le località più celebri rappresentate dai loro monumenti. Un gran bel modo di avvicinarsi alla geografia, e non solo per i bambini. Garantisco personalmente che a fine percorso è rincuorante guardarsi indietro e trovare la conferma, ancora una volta, che viviamo nel più bel paese del mondo. Guardandola da un certo punto di vista, è anche un modo per scoprire da una sola località tutta la nostra terra. Per chi poi si affeziona, ci sono anche delle promozioni in corso.
Un effetto che non mi aspettavo? Faccio un lavoro per cui giro parecchio, ma mi è venuta lo stesso voglia di partire subito alla scoperta del Bel Paese.

Da domani basta! In Europa stop ai test per i cosmetici

Da domani si smette di fare test sugli animali. Vale (purtroppo) solo per i cosmetici e per l’Europa ma intanto è un primo segnale. Speriamo che sia seguito anche negli altri continenti e che da noi sia anche un primo passo verso una più stretta limitazione anche per la farmacologia.

La domanda successiva sarà alle case di bellezza: andrete a fare i test in Cina?