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Dove vado domenica? A Milano la critical mass

Domenica a Milano faremo massa critica. Una cascata di biciclette (ma sono ammessi tutti i mezzi a ruota non spinti da un motore) si muoverà per la Ciemmona, cioè la mamma di tutte le Critical Mass.

Partiamo dal presupposto che il 75% delle risorse destinate al potenziamento del trasporto pubblico viene rivolto al 2,9% della reale domanda, lasciando senza risposta il pendolarismo e la domanda di mobilità che davvero potrebbe migliorare la vita quotidiana: la massa critica vuole muovere le acque e portare l’argomento all’attenzione di tutti.

Un paio di elementi a sostegno.
Da oggi, se vi iscrivete attraverso il sito di Trenitalia al programma CartaFreccia potete aderire al bike sharing di Milano e Verona al costo di soli 26 €.

A Madrid non solo han fatto la loro Critical Mass, ma appena le autorità hanno paventato la possibilità di inasprire le condizioni di traffico ciclistico, son corsi a chiedere asilo alle ambasciate straniere molto sensibili all’argomento. Con le dovute proporzioni, stando allo scarso rispetto di cui noi ciclisti godiamo qui, temo dovremmo quantomeno incatenarci al consolato svizzero (tanto per citare il paese che ha messo in rete la mobilità ciclistica con la sentieristica nazionale a 40 km da Milano).

Pedalare tutti assieme può dare anche a noi forza. Almeno proviamoci.
NB: a scanso di pessimi ricordi sulla Ciemmona, non dimentichiamo queste raccomandazioni.

Tira fuori la bici, ma non fartela ciulare

Sapete quanto è il tempo stimato per avvicinare una bici, puntare il tronchesino sulla catena, azionarlo, salire in sella e pedalare via? Meno di un minuto!

Chi ha pedalato tutto inverno o chi ha appena spolverato il telaio, con la primavera deve fare i conti con l’aumento dei furti delle bici, stimati in 10/20 al giorno nelle grandi città. Rubare una bici è facile, facilissimo, guardate questo esperimento in cui un attore ruba indisturbato una bici (la sua) avvicinando la catena prima con un seghetto, poi con un tronchese industriale. Nessuno, proprio nessuno, gli dice niente.

Un pieghevole edito in collaborazione con la FIAB è anche scaricabile per adottare qualche precauzione e limitare i furti.

La città con più furti è Milano, e qualche ulteriore accorgimento in più è indispensabile, non ultima l’essere ben informati sul dove andare a recuperare quel che é vostro nel giro di qualche ora, subito dopo aver sporto denuncia.

I dieci consigli base per non rimanere vittima dei ladri sono:
1- fotografare la bici appena acquistata e conservare l’immagine per una eventuale denuncia
2- denunciare sempre il furto
3- non risparmiare sul lucchetto+catena (ottimi quelli a maglia quadra)
4- adottare un doppio lucchetto (personalmente ne uso uno per telaio+ruota anteriore, l’altro per telaio+sottosella)
5- legarla a qualcosa di fisso
6- mai lasciarla slegata, neanche per 30 secondi, “loro” son più veloci di noi
7- evitare gli sganci rapidi delle ruote e del sellino
8- parcheggiare in luoghi ben visibili
9- dotarsi di un gps di ricerca come lo spybike (ne esistono da forcella) da collegare alla app del telefonino, garantito che funziona
10- rendere la bici ben riconoscibile con marchiature a incisione o colori evidenti.

Il sito www.rubbici.it è un aiuto per chi sospetta che la bici che si sta per acquistare sia rubata e per chi ha subito il furto.
Ricordo che è penalmente perseguibile picchiare selvaggiamente chi trovate in giro  con la vostra bici nel caso non siate stati voi ad avergliela prestata. Piuttosto avvertite subito i carabinieri trattenendo il sospettato. Se vi riesce fatelo amabilmente discutere con un vostro amico dalle mani a forma di badile.

E’ domenica, vai in campeggio. In bici!

Un paio di curiosità domenicali del pedale. La bici, si sa, arriva ovunque, perfino nel cuore dei parchi e delle aree protette. Ma vi piace la vita comoda e sentite la mancanza del servizio giusto? C’è la soluzione per voi.

C’è la bici apposta con la dotazione da pic-nic. Se però non vi basta e volete stupire davvero, pensate in grande e datevi al camper. Come vedete non manca nulla, siate solo certi di avere gambe a sufficienza per spingerla perché a vederla così il peso supera abbondantemente il quintale.

Se proprio non ce la fate, c’è sempre l’opzione tenda dove la bici diventa parte portante dell’intelaiatura con appena un chilo e mezzo di peso.

Buon campeggio a tutti.

Un hotel che non batte chiodo

Non é solo un modo di dire. Le tavole in abete che avvolgono ogni stanza sono giuntate tra loro solo da tasselli in rovere, gli impianti elettrici sono schermati, l’architettura é immersa nel bosco e il cuoco cucina a chilometro zero. C’é anche una vasca di acqua salata nel centro benessere con le stanze tonde per simulare l’ingresso all’interno del tronco degli alberi. Per chi volesse il famoso Aquadome é appena oltre il torrente. Il Natur Hotel Waldklausee è a Lagenfeld, in Ötztal, Tirolo austriaco.
I piani alti dell’albergo sono ricchi di angoli e anfratti per isolarsi nella quiete del bosco ammirato dall’insolita angolazione delle cime degli alberi. Un percorso sensoriale sfiora le cortecce su una passerella sospesa.
Naturalmente non mancano i motivi per guardarsi attorno. Chilometri di sentieri percorrono i crinali della vallata, tra le più profonde delle Alpi austriache.  La strada dei ghiacciai che sale fino a 2600 metri è un paradiso per ciclisti che possono risalire quello che in inverno è un comprensorio sciistico di tutto rispetto, teatro anche dello spettacolo biennale Hannibal. Tutto il torrente è costeggiato da una pista ciclabile e alla foce nell’Inn c’è la famosa area 47, tempio per gli sport con 66000 metri quadri dedicati alle attività outdoor.
In località Umhausen è stato anche ricreato il villaggio di Otzi, la mummia delle nevi ritrovata al passo tra l’Otztal e la Val Senales e oggi conservata al museo archeologico di Bolzano.

Fuorisalone, magicamente il legno

Quest’anno più che mai i Fuorisalone di Milano (fino al 14 aprile) si tingono di verde. Il green impazza, ma é vera ecologia o l’ennesima ecofrottola che ci spaccia per sostenibile quel che sostenibile non é?
Chiariamo subito che c’è un unico materiale che se prelevato ricresce, crescendo disinquina assorbendo anidride carbonica e rilasciando ossigeno, invecchiando diventa più bello, a fine ciclo puó essere riutilizzato, reinventarsi o perfino restituire energia con la combustione.

Sì, il più tradizionale dei materiali é anche il più ecologico e si chiama legno. Non basta. É anche il più duttile, sempre diverso e modellabile a piacimento e capace di ispirare tanto il falegname delle valli quanto il designer di grido. In Val Gardena ci fanno presepi e sculture mentre Matteo Thun ci riveste un albergo sostenibile per termoregolarlo, solo per citare due esempi.
Nell’ambito dei Fuorisalone Vi consiglio un giro alla Dream Factory di Corso Garibaldi, nel Brera Design District.

E’ lo spazio milanese dell’Alto Adige-Südtirol e propone una serie di oggetti ricavati dalle loro foreste a gestione responsabile. Tra il Passo Resia e le Dolomiti ci sono boschi regolamentati grandi come intere regioni d’Italia e nella factory tutta bianca trovate qualche oggetto prodotto da questa inesauribile risorsa. Culle, librerie, tavoli, occhiali dimostrano che il legno quasi non conosce limiti.
Un buono spunto per capire come essere più eco nel sistemare la casa si trova in via Savona 33. La CasaBio è arredata con pezzi dalle sinuose curve in legno (manco a dirlo) e con i tappeti in cellulosa.
Qualche nota verde con 4 artisti e un designer al bar dell’hotel Straf, che provocatoriamente propone la mostra “The plastic side of the sea” con una bottiglia abbandonata sulla spiaggia come manifesto.
Riciclo e riuso anche negli spazi della vecchia cartiera del Progetto Calabiana, con 15 idee di altrettanti cervelli italiani dal titolo A.I. Artificial Intelligence.
Promesse verdi anche in via Pontaccio col progetto Stay Green, tutto dedicato all’innovazione sostenibile.
Dove c’è verde ci sono bici. Sul tema, il progetto olandese “The green bike” presenta bici in legno (sì, perfino in sella!), accessori per ciclisti e oggettistica in tre negozi storici dei pedali milanesi Olmo (piazza Vetra), Rossignoli (Corso Garibaldi), Equilibrio Urbano (via Pepe).

Alla presentazione l’ambasciatore olandese ricorda che da loro ci sono più bici che abitanti, 18 milioni contro 16. Se lo consentono le condizioni climatiche del paese dei mulino a vento, possiamo farcela perfino noi. Tanto più che nella bolgia milanese è la bici l’unico mezzo che ti fa sentire in paradiso saltando code, parcheggiando dappertutto, inquinando zero e, ammettiamolo, design o no, sta bene un po’ ovunque l’appoggi (nella foto una Van Moof a caso sul ponte pedonale di Porta Genova).

Le canne non si fumano, si pedalano

Non scrivo di cannabis ma di bambù.

Non è la prima volta che si vede in giro, ma ora la moda dilaga e in rete iniziano a circolare forum e club che insegnano ad autocostruirla.

La bici in bambù è leggera, elastica, resistente agli urti, quasi completamente riciclabile e in certi casi perfino solidale, come dichiara la tedesca Zuri.

Un elemento in più che sicuramente scatena l’originale che è in ognuno di noi: non ce n’è una uguale all’altra, come le canne, del resto.

La casetta sul fiume

C’è una casetta sul fiume.

Se non fosse per il timore delle piene che l’hanno spazzata via cinque volte, potrebbe essere il sogno di chi ama addormentarsi abbracciato solo dal fruscio del vento e dalla voce dell’acqua. Per la cronaca si trova sulla Drina, il fiume tra Bosnia e Serbia.
Qualcosa di simile abbiamo anche noi sul Po, però in versione galleggiante.

Anche qui il fascino non manca, con in più la certezza di essere al sicuro visto che, in caso di piena, la casa galleggia restando ben ancorata alla riva. Il risveglio in compagnia degli aironi è garantito. Basta andare al Ponte della Becca, a pochi chilometri da Pavia sulla foce del Ticino nel nostro principale fiume, per trovarne alcune di molto interessanti. Dalla città è anche una bellissima pedalata.

Una curiosità: esistono anche prototipi di case galleggianti autosufficienti, grazie al vento e alla corrente.

Quel che non sorprende, però, è che lo sfruttamento della corrente dei fiumi non è una novità, ma è ben conosciuto da chi ha visto le vecchie foto dei mulini sul Po.

Sull’Adda esiste invece si trova il traghetto di Imbersago, che si sposta da una parte all’altra solo sfruttando lo scorrere dell’acqua. Fu perfino ritratto nelle tavole di Leonardo da Vinci.

Dimostrazione che le buone idee, prima o poi, tornano a galla.

Risparmia DA SUBITO senza costi e senza cambiare la tua auto

Ti senti responsabilizzato perché gli spot ti sventolano inquinamenti irrisori dei nuovi modelli.
Ti rendi conto che ogni pieno costa sempre di più.
Ti guardi attorno e c’é un sacco di gente con il nuovo modello XYZ e ti domandi se è vero che consuma molto meno del tuo.
Attento alle ecofrottole delle pubblicitá! L’auto che non inquina e non consuma non esiste e tu stesso puoi iniziare a consumare meno DA SUBITO senza cambiare veicolo e aumentare il parco auto circolante.

Fai un esperimento: attieniti a queste dieci semplici regole e scopri giá dal prossimo pieno che potresti avere una percorrenza bonus fino al 10% in più solo per aver cambiato stile di guida.

Le regole per risparmiare:
1- Limita il peso all’indispensabile, inutile andare in giro stracarichi di roba che non serve
2- Evita di tenere montate barre e portapacchi che peggiorano l’aerodinamica
3- Evita di usare l’auto in percorsi brevi, in fase di riscaldamento il motore produce più fumi
4- Controlla regolarmente la pressione delle gomme, tenerle un po’ più gonfie é meglio che sgonfie
5- Sottoponi l’auto alla manuntenzione periodica, l’elettronica è una brutta bestia se si mette a far le bizze
6- Non strangolare il motore con marce basse e numeri di giri elevati, trattalo come fosse una voce da ascoltare piacevolmente ai regimi medi
7- Limita al minimo l’utilizzo di accessori come l’aria condizionata alle basse velocitá e al contrario usala tenendo i finestrini alzati a velocitá maggiori, quando il motore produce più energia e l’aerodinamica diventa determinante
8- Previeni la condotta considerando distanze e semafori-code iniziando a decelerare prima, appena poi scatta il verde accelera sempre con gradualitá come se ci fosse un uovo tra la tua suola e l’acceleratore
9- Se il tuo veicolo é dotato di computer di bordo, ingaggia con lui una gara al cusumare meno selezionando sul display il sensore di riferimento
10- Non superare i 110 kmh, il consumo oltre questa velocità aumenta più che proporzionalmente e il tempo di percorrenza non ne risente più di tanto
Aggiungo una regola molto personale:

11- Sei proprio sicuro che non potevi usare la bici, un mezzo pubblico o condividere l’auto con gli amici? Per quanto ti sforzi di limitare consumi e inquinamento, il passo più naturale e salutare é il tuo, pensaci.

Bici di cartone. Costo? Meno di 10 dollari

C’è del cartone che avanza?
Cosa fare degli scarti industriali di materie a base cellulosica?
E i vecchi armadi in tamburato che riempiono le discariche potrebbero avere nuova vita?
Se si ha un po’ di pazienza e parecchia manualità si potrebbe pensare a una bici, costo del materiale? Inferiore ai 10 dollari, sostiene l’inventore israeliano. Dal filmato non pare neanche male.
Timori per le giornate di pioggia? No, perché è impregnata di resina e qualcuno ci ha pure fatto una canoa.

Ancora più impressionante la mole di tutte le idee che se ne potrebbero ricavare. C’è un mondo pieno di cartone là fuori…