C’è musica nel bosco

Hans Liberg è un musicista che trova ispirazione nel bosco. Per essere immerso completamente nella sua fonte creativa al punto da diventarne parte, si è inventato questa sua personalissima sala di composizione. Effetto non trascurabile è che il rivestimento (100% legno) ha anche un potere coibentante che rende il modulo efficiente in termini di assorbimento energetico per la climatizzazione.

Cerchi casa? Prova a non contribuire alla grande colata di cemento

Si legge da molte fonti che nel Bel Paese il comparto dell’edilizia fa acqua. L’affermazione non è propriamente corretta. L’Italia non fa acqua, fa cemento. Ogni anno 565 kg  di costruito per abitante contro i 400 della media europea.
Ma esaminiamo meglio il problema ponendoci la domanda: è necessario? Vanno toccati almeno 4 elementi: la materia prima, il riciclaggio, la domanda, l’abusivismo.

Materia prima
Siccome il cemento non cresce nei campi ma si ricava da materiali estratti dalle cava, succede che se ne contano ben 5736 attive  e oltre 13mila dimesse solo in Italia. Le cave in Europa sono una fonte pingue di reddito per lo stato che le tassa. In Italia no. Lo stato ricava solo 45 miliardi di euro con una tassazione al 4% contro, ad esempio, il 20% della Gran Bretagna.

Riciclaggio degli inerti
L’inerte, se opportunamente rilavorato, può essere rimesso in circolo come nuovo materiale. Lo dimostrano le realtà di Germania, Olanda e Paesi Bassi con valori ben oltre l’85% di riciclo, fino al 95 (NOVANTACINQUE!) dell’Olanda. Da noi conviene dunque fare cave e generare materiale nuovo per smaltire  poi il vecchio nelle stesse cave da cui è stata estratta la materia prima del nuovo. Seguito il ragionamento? Non è che qualcuno come ad esempio qualche furbetto o peggio la malavita organizzata ne sta traendo beneficio a spese nostre e dell’ambiente? Chi gestisce discariche e inceneritori per lo smaltimento? La domanda è lecita e davvero andrebbe posta prima di tutto agli amministratori.

La domanda

Riflettiamo su un dato paradossale: nel decennio 2001-2010 i nuclei familiari sono cresciuti di 1 milione di unità, a fronte di 1,57 milioni di alloggi. Un esempio su tutti: il quartier Tor Pagnotta a Roma è stato costruito prevedendo abitazioni per 25000 residenti ma occupate solo da 9000, con prezzi da 5000€/m.
Ci servono tutte queste case in un momento di mercato stagnante?

L’abusivismo
Siamo in Italia… 

Morale. Cerchi casa? Valutare attentamente le occasioni o reinterpretare vecchie ambientazioni come normalmente succede all’estero potrebbe essere la soluzione. L’esperienza insegna che chi lo ha fatto, non solo non ha speso di più, ma ci ha guadagnato in  soluzioni originali che spesso hanno concesso alla fine maggior spazio utilizzabile.


E’ domenica, vai in campeggio. In bici!

Un paio di curiosità domenicali del pedale. La bici, si sa, arriva ovunque, perfino nel cuore dei parchi e delle aree protette. Ma vi piace la vita comoda e sentite la mancanza del servizio giusto? C’è la soluzione per voi.

C’è la bici apposta con la dotazione da pic-nic. Se però non vi basta e volete stupire davvero, pensate in grande e datevi al camper. Come vedete non manca nulla, siate solo certi di avere gambe a sufficienza per spingerla perché a vederla così il peso supera abbondantemente il quintale.

Se proprio non ce la fate, c’è sempre l’opzione tenda dove la bici diventa parte portante dell’intelaiatura con appena un chilo e mezzo di peso.

Buon campeggio a tutti.

Un hotel che non batte chiodo

Non é solo un modo di dire. Le tavole in abete che avvolgono ogni stanza sono giuntate tra loro solo da tasselli in rovere, gli impianti elettrici sono schermati, l’architettura é immersa nel bosco e il cuoco cucina a chilometro zero. C’é anche una vasca di acqua salata nel centro benessere con le stanze tonde per simulare l’ingresso all’interno del tronco degli alberi. Per chi volesse il famoso Aquadome é appena oltre il torrente. Il Natur Hotel Waldklausee è a Lagenfeld, in Ötztal, Tirolo austriaco.
I piani alti dell’albergo sono ricchi di angoli e anfratti per isolarsi nella quiete del bosco ammirato dall’insolita angolazione delle cime degli alberi. Un percorso sensoriale sfiora le cortecce su una passerella sospesa.
Naturalmente non mancano i motivi per guardarsi attorno. Chilometri di sentieri percorrono i crinali della vallata, tra le più profonde delle Alpi austriache.  La strada dei ghiacciai che sale fino a 2600 metri è un paradiso per ciclisti che possono risalire quello che in inverno è un comprensorio sciistico di tutto rispetto, teatro anche dello spettacolo biennale Hannibal. Tutto il torrente è costeggiato da una pista ciclabile e alla foce nell’Inn c’è la famosa area 47, tempio per gli sport con 66000 metri quadri dedicati alle attività outdoor.
In località Umhausen è stato anche ricreato il villaggio di Otzi, la mummia delle nevi ritrovata al passo tra l’Otztal e la Val Senales e oggi conservata al museo archeologico di Bolzano.

Rinoceronti in guerra

Un campo di battaglia che non prevede manovre campali ma quasi scontri uomo a uomo. Da una parte 4 navy seals USA che sembrano usciti da un film per aiutare  i  locali, dall´altra i bracconieri che massacrano i rinoceronti per prenderne solo il corno. Discovery ne ha fatto un documentario della collana Animal Planet.
Chi è sensibile eviti di guardare il trailer che si apre con il pianto di un piccolo per la madre appena uccisa.


La lotta e’ senza esclusione di colpi: gente senza scrupoli, per alimentare il mercato (principalmente cinese) non esita ad abbattere animali lasciandone le carcasse a marcire. Un gruppo di soldati tenta con pochi mezzi di arginare il massacro a rischio della propria vita, come dimostra l´elicottero caduto con 5 uomini a bordo durante le operazioni che avvengono in una zona vasta come Francia e Italia messe assieme.

Il sirenetto, quello vero, esiste e un filmato lo ritrae

Basta ascoltarlo e si direbbe di sentirlo convinto. Poi lo vedi nuotare e, come dire, ti sembra nato per quello. Il suo compagno e la madre (entrambi mammiferi terrestri, pare) sostengono che sia felice. Se non sta recitando, si direbbe dunque che l’uomo sirena esiste. Quindi possiamo iniziare a credere alle fiabe?

La scienza dice di no. Le braccia sarebbero quasi inutili sott´acqua e comunque l’evoluzione ci avrebbe portato piu´ verso una creatura non tanto gradevole a vedersi, neanche tanto dissimile poi dal fake che circola in rete.

Dall’uccellino al lego, quanti giochi con le plastiche

Quarto e ultimo appuntamento tra gli EcoFuorisalone. Questa volta ci occupiamo di plastica. Anzi di Plastiche. Non c’è tipo di plastica che non possa reinventarsi dimostrando un animo eco e resistente alle intemperie. Ne è un esempio la cupola opalescente della lampada da esterni Freedom, illuminata da una risparmiosissima lampada LED. Sembra uscita da un cartone animato e rivela al suo interno la sagoma di un Titti pronto a rallegrare qualsiasi terrazzo.

E’ tra le molte ecoidee di Euroluce, la parte del Salone del Mobile di Milano espressamente dedicato all’illuminazione dove si parla anche di solare e basso consumo. Sabato e domenica tutti gli spazi saranno aperti al pubblico.
Venendo a impieghi indossabili, consiglio un giro dal marchio che per primo ha avviato una linea di prodotti ricavati dalla plastica, nel caso specifico bottiglie. Nel Brera Design Destrict c’è lo store Patagonia con la linea ecologically correct che è un vanto dello storico marchio californiano. I prezzi non sono dei più abbordabili, ma se consideriamo i 10 e più anni che un capo può durare (verificato personalmente) ecco che i conti son presto fatti. Se infatti la materia plastica è trattata bene non stinge, non ritira, non strappa, non invecchia. Moda e mode anche da Sparkling, ecologically Correct in via Tortona 31. Ci sono perfino le scarpe in bio-plastica marchiate Gucci. Qui, dall’abbigliamento si passa infatti alla calzatura, all’accessorio e al mattoncino.
Sì, avete letto bene. Il principio del lego, ma in dimensioni adulte e 100% riciclato dalla plastica vulgaris, diventa materiale da costruzione per scopi da adulto, utilizzabilissimo anche per dividere gli ambienti dai casa in modo anticonvenzionale, spostabile a piacimento e senza sporcare o chiamare manodopera specializzata. Così montare e smontare diventa un gioco.

Che la plastica può diventare davvero un gioco ce lo dimostrano quelli di Aquapotabile che (geni!) si sono inventati il riutilizzo dei tappi in plastica con un Subbuteo fai da te. E’ un gioco anche cimentarsi con le forme ideate da Anna e Alice, giovanissime designer che hanno pensato di rivestire il tritato plastico di colori sgargianti e farne materiale per arredo urbano. Con altri giovanissimi progettisti le trovate nei chiostri dell’Università Statale.

Crescendo, il gioco diventa scuola grazie al consorzio COREPLA, “la plastica è troppo preziosa per diventare un rifiuto” sostengono al consorzio nazionale italiano per il recupero degli imballaggi in plastica. Con un programma espressamente dedicato al mondo dell’istruzione sta lavorando in modo concreto per educare divertendo. Le implicazioni sono parecchie. Due le più evidenti: i ragazzi innescano un meccanismo competitivo nel valorizzare quel che altrimenti verrebbe buttato e lo studente, da vero eco-infiltrato, arrivato a casa educa il genitore. E’ una viralità positiva, come dimostra il caso americano di Tom Szaki. Seguendo il suo esempio i bambini oggi fanno a gara per raccogliere bottiglie e dimostrare che davvero qualsiasi cosa può essere riciclata.

Fuorisalone, magicamente il legno

Quest’anno più che mai i Fuorisalone di Milano (fino al 14 aprile) si tingono di verde. Il green impazza, ma é vera ecologia o l’ennesima ecofrottola che ci spaccia per sostenibile quel che sostenibile non é?
Chiariamo subito che c’è un unico materiale che se prelevato ricresce, crescendo disinquina assorbendo anidride carbonica e rilasciando ossigeno, invecchiando diventa più bello, a fine ciclo puó essere riutilizzato, reinventarsi o perfino restituire energia con la combustione.

Sì, il più tradizionale dei materiali é anche il più ecologico e si chiama legno. Non basta. É anche il più duttile, sempre diverso e modellabile a piacimento e capace di ispirare tanto il falegname delle valli quanto il designer di grido. In Val Gardena ci fanno presepi e sculture mentre Matteo Thun ci riveste un albergo sostenibile per termoregolarlo, solo per citare due esempi.
Nell’ambito dei Fuorisalone Vi consiglio un giro alla Dream Factory di Corso Garibaldi, nel Brera Design District.

E’ lo spazio milanese dell’Alto Adige-Südtirol e propone una serie di oggetti ricavati dalle loro foreste a gestione responsabile. Tra il Passo Resia e le Dolomiti ci sono boschi regolamentati grandi come intere regioni d’Italia e nella factory tutta bianca trovate qualche oggetto prodotto da questa inesauribile risorsa. Culle, librerie, tavoli, occhiali dimostrano che il legno quasi non conosce limiti.
Un buono spunto per capire come essere più eco nel sistemare la casa si trova in via Savona 33. La CasaBio è arredata con pezzi dalle sinuose curve in legno (manco a dirlo) e con i tappeti in cellulosa.
Qualche nota verde con 4 artisti e un designer al bar dell’hotel Straf, che provocatoriamente propone la mostra “The plastic side of the sea” con una bottiglia abbandonata sulla spiaggia come manifesto.
Riciclo e riuso anche negli spazi della vecchia cartiera del Progetto Calabiana, con 15 idee di altrettanti cervelli italiani dal titolo A.I. Artificial Intelligence.
Promesse verdi anche in via Pontaccio col progetto Stay Green, tutto dedicato all’innovazione sostenibile.
Dove c’è verde ci sono bici. Sul tema, il progetto olandese “The green bike” presenta bici in legno (sì, perfino in sella!), accessori per ciclisti e oggettistica in tre negozi storici dei pedali milanesi Olmo (piazza Vetra), Rossignoli (Corso Garibaldi), Equilibrio Urbano (via Pepe).

Alla presentazione l’ambasciatore olandese ricorda che da loro ci sono più bici che abitanti, 18 milioni contro 16. Se lo consentono le condizioni climatiche del paese dei mulino a vento, possiamo farcela perfino noi. Tanto più che nella bolgia milanese è la bici l’unico mezzo che ti fa sentire in paradiso saltando code, parcheggiando dappertutto, inquinando zero e, ammettiamolo, design o no, sta bene un po’ ovunque l’appoggi (nella foto una Van Moof a caso sul ponte pedonale di Porta Genova).