Dalla lattina al monopattino, il riciclo spiegato ai bambini di tutte le età.

Dalla De Agostini e A2A un esempio curioso di divulgazione dell’ecologia. Il target è quello delle scuole, ma il linguaggio è gradevole anche per gli adulti.

Fatevi un giro, serve solo una decina di minuti, dopo i quali vi sarà tutto più chiaro sul perché è importante differenziare i rifiuti. Attenzione alle schede: divertendo, forniscono informazioni reali.

Montecristo, cercasi guardiano del tesoro

Sarà per il celebre conte protagonista del romanzo di Alexandre Dumas, o per la fama di luogo inavvicinabile in quanto riserva integrale, o ancora per la leggenda di un favoloso tesoro celato in una sua grotta, l’isola di Montecristo è tra i luoghi più affascinanti del nostro paese.

Questo scoglio di granito alto 645 metri si estende per circa 13 chilometri quadrati al largo dell’isola del Giglio ed ha la caratteristica di essere stato presidiato da un guardiano quasi ininterrottamente dal 1890. Il guardiano era una figura di riferimento sia per i forestali che pattugliavano l’isola che per i ricercatori che di tanto in tanto approdavano qui per motivi di studio.

Da oggi però, causa Spending Review, basta guardiano. Montecristo torna ad avere un motivo di fascino in più.
Sull’isola si trovano resti di fortificazioni e di un monastero benedettino, le uniche costruzioni sono quelle a Cala Maestra: la casa del guardiano e la Villa, testimonianza di quando l’isola era una riserva di caccia dei nobili che la possedevano.

Su questa terra, dove è vietato pescare, pernottare e sbarcare senza permesso, si può accedere solo con l’autorizzazione speciale del Parco dell’Arcipelago Toscano.

3 minuti in pausa pranzo: da botolozzo obeso ad atleta, per natura

Della storia di Christian Schiestier se ne è parlato già negli ambienti dei runners, ma molto poco fuori dal mondo dello sport. Eppure la storia non manca di suscitare curiosità. Fumatore incallito, sovrappeso, pigro, ha iniziato a muoversi diventando un atleta di fama.

Potrebbe quasi essere la prova che chiunque può farcela, ma non è questa la parte del messaggio che interessa di più. Nel suo filmato, dove è testimonial di Asics, ci racconta che alla base del suo stimolo a reagire è stata la considerazione che sentiva che la sua vecchia vita era un “andare contro natura”.

Vuoi l’auto ecologica? Pedala e attento alle eco-frottole!

C’era una bellissima pubblicità di auto in circolazione qualche anno fa (guarda lo spot). Ti decantava il potere di un catalizzatore efficiente, il basso contenuto di solventi delle vernici, la riciclabilità di certi componenti, ma alla fine ti avvertiva che, comunque, per l’ambiente non avresti mai fatto abbastanza. Così il nostro aitante possessore di auto che avevamo visto entrare in garage in tuta e racchetta da tennis se ne esce felice con una cigolante bicicletta. Geniale! “Non vuoi inquinare? Vai in bici! ” era il messaggio.

In Italia non ha funzionato perché i tempi non erano ancora maturi o forse perché qulalche brianzolo finito al marketing avrà obiettato ai creativi “ma non si vede il prodotto”! “Ok: mai discutere con un imbecille” avrà allora pensato il nostro pubblicitario, che avrà così ripiegato con un bella idea anni 80 dove la topona della Milano da bere era attratta  dalla grossa cilindrata (del motore, s’intende, cosa avevate capito?). Adesso i tempi sono un po’ cambiati, ma c’è ancora parecchia confusione su cosa è ecologico e cosa no. I pubblicitari, in questo, ci mettono del loro.

Legambiente ha stilato un ecolista per raccapezzarsi in un mercato dove sembra che tutti abbiano un’anima verde, quando non è proprio così.

Chi vuole davvero saperne di più e desidera arrivare preparato da un concessionario pronto a venderti la versione catalitica della propria mamma, trova un buon manuale per riconoscere un’auto con i parametri ecologicamente corretti, cioè:
> Consumo di carburante
> Emissioni di CO2 per chilometro 
> Indicatore di inquinamento atmosferico
> Indicatore di rumore effettuate in accelerazione
> Indicatori sanitari e ambientali (produzione di cancerogeni, di ossidi d’azoto, polveri sottili, idrocarburi incombusti, che causano danni alla salute e all’ambiente).

La guida non è aggiornata agli ultimissimi modelli, ma intanto è come avere una buona bussola da consultare per orientarsi nella giungla degli spara-ecofrottole.

Leggendo in giro si scopre che se l’auto è piccola non conviene né il diesel (fa eccezione, pare, la Smart) né l’ibrido, ma un buon modello a benzina che faccia la sua bella figura nel consumare meno e meglio in proporzione al peso limitato dalla vettura.

Sfatiamo qualche mito.
Perchè solo adesso si fanno le ibride?
La tecnologia di un motore termico (praticamente una stufa che usa solo il 15% del proprio potere per il movimento, come ben spiegato qui, abbinata a un propulsore elettrico è da anni impiegata con successo su navi e treni. Nell’auto non si è usato fino ad ora perche dovevamo consumare di più per pagare più i produttori di benzina e più tasse allo stato (ma questo non si può scrivere e voi non l’avete mai letto).
Nella classe media e alta, numeri alla mano, è meglio viaggiare ibrido, unendo un normale motore termico a uno a batterie. Toyota è leader in questo settore con una gamma di auto che sono pure gradevoli, lo preciso perché solo qualche anno fa se proponevi a qualcuno di prendere una elettrica o una ibrida ti sentivi rispondere neanche tanto educatamente un “prendila tu!”.
Ce l’ho grossa ed è più efficiente.
Non facciamoci prendere in giro da chi racconta che le auto grosse hanno motori efficienti che inquinano meno. E’ vero solo in piccola parte, ma c’è un dato che parla su tutti: i grammi di CO2 al chilometro, guardateli subito e convincetevi che tra un cardenzone (SUV o non SUV) e una macchina media passa un’enormità di polveri sottili e  CO2 nell’aria. E non sto ancora considerando il fatto che una macchina grossa porta via più parcheggio, crea più traffico e cose così.

Meglio 100% elettrico?
Premetto che personalmente non sono ancora convinto del 100% elettrico, almeno finché non mi spiegheranno bene cosa faremo delle batterie al termine del ciclo vitale di cinque anni.
Chi proprio fosse spinto dal vento eco verso il tutto elettrico sappia che molto di quanto dichiarato dal produttore dipende dallo stile di guida. Ho guidato la stessa macchina (una Mitsubishi I-on, uguale agli omologhi modelli di Citroen e Peugeot. In differenti condizioni per scoprire che con un primo  pieno di corrente ho potuto percorrere gli 86 km di autonomia dichiarata e  un secondo pieno ben  146.
Tra le piccolissime, oggi c’è anche la Smart e la ancora più piccola italianissima Zero NWG.

La via è imboccata, ora speriamo che il progresso sia abbastanza svincolato dai petrolieri  e segua almeno in parte la velocità evolutiva che hanno conosciuto i computer: abbiamo in un telefonino la stessa capacità di calcolo di un computer evoluto di decenni fa ma, facendo le dovute proporzioni, le macchine sono mediamente rimaste agli anni 60. Ancora troppo poco per dissuadermi a preferire la bici al posto dell’auto quando vado in garage.
Questo articolo è stato pubblicato anche sull’HuffingtonPost.

Camera con vista (e musica) dallo spazio

ISS è l’acronimo di International Space Station, la stazione spaziale internazionale orbitante sopra le nostre teste a un’altezza media di 350 km. Un vero villaggio che garantisce la sopravvivenza umana nello spazio, nonché il terzo oggetto spaziale meglio riconoscibile ad occhio nudo dopo il sole e la luna.

Probabilmente è anche uno dei migliori punti di osservazione sulla nostra Terra, come dimostrano i filmati che  trasmettono con suggestione l’idea di trovarci su un pianeta paragonabile a una navicella di paradiso che galleggia in uno spazio vuoto e inospitale.

Se fino ad oggi eravamo incantati dalle immagini esterne, da qualche giorno impazza in rete anche il miniconcerto che Chris Hadfield, il comandante della ISS, ha registrato in uno dei moduli e nella cupola panoramica della ISS. Il brano è Space Oddity di David Bowie. “E’ un grande privilegio”, commenta il nostro Major Tom, che a 52 anni è alla sua terza missione spaziale.
Una curiosità: i moduli che compongono la stazione spaziale e la cupola finestrata dove si esibisce il cantante spaziale sono prodotti a Torino da Alenia.

51 metri di salti nel parco

C’è un concorso internazionale di design che ogni anno  si propone di selezionare e premiare progetti di punti di osservazione sull’ambiente naturale che fondino architettura e paesaggio. Tra gli scopi della manifestazione c’è quello di valorizzare parchi e aree agricole.

Quest’anno l’ha spuntata lo studio Salto Architects con (il nome lo anticipa) i 51 metri di una passerella elastica che è un po’ strada, un po’ gioco e un po’ punto di osservazione sull’ambiente circostante. Il progetto era nato come proposta di strada veloce per pendolari urbani, ma poi è finito in un parco e la photo-gallery è eloquente sul quanto ci si diverte. Un po’ meno ludico dev’essere stato l’impatto ambientale che ha probabilmente richiesto l’azzeramento di una striscia di bosco. La domanda “era davvero necessario?” trova risposta nella realizzazione di una struttura visivamente poco invasiva che crea un centro di aggregazione immerso nella natura. Tutto sommato direi che il compromesso è accettabile, tanto più se incoraggia la gente a stare all’aperto e ad essere coscienti del valore dell’area.

2019, l’anno dell’ultima balena, quattro minuti e un grande attore per raccontarlo

2019: questo è l’anno in cui l’ultima balena potrebbe essere issata a bordo di una nave per essere immolata da una logica produttiva ancora condivisa da paesi che si dicono civili. Lo denuncia Requiem 2019, il film prodotto, diretto e interpretato dall’attore Rutger Hauer con la collaborazione del regista Sil van der Woerd.

Cosa possiamo fare per fermare lo sterminio di cetacei? In Italia le specie sono protette, ma in mare aperto e negli oceani no. Un esempio su tutti: la balenottera azzurra antartica dopo 40 anni di protezione è comunque ridotta allo soglia dell’1% di quel che era all’inizio del periodo di tutela. Qualche suggerimento per supportare le campagne si trova in rete. Altrimenti si può puntare sul sostenimento delle associazioni impegnate in prima linea come Sea Shepherd e GreenPeace, i cui volontari si sono messi più volte tra le baleniere e le balene anche a rischio della propria vita.

Sono i più grandi esseri viventi rimasti sul nostro pianeta, ce ne sono sempre di meno, eppure sono cacciati da molti paesi con finti scopi di ricerca, possiamo davvero fare qualcosa. Ora.